“I veri soli sono quelli disconnessi”, stavo leggendo ieri sull’inserto del corriere “la lettura”. Non so se la penso esattamente così, ci rifletterò, ma quello che succede nel terzo dito della penisola calcidica ultimamente mi fa pensare che l’affermazione non sia priva di fondamento.
Mai come ora il Monte Athos sembra vicino, raggiungibile, connesso, terreno. Con internet e gastronomia si sta costruendo l’Athos brand name. E anche se arrivare all’ultimo baluardo dell’ortodossia e del monachesimo continua a restare cosa complicata per gli uomini e vietata per le donne, l’intera area si attiva e si industria per attirare il turista enogastronofilo.
Ed ecco che dal 15 di maggio al 15 di giugno, all’ombra della montagna sacra, ai pendii della montagna di Aristotele, al golfo Strimonico e di Ierissos, si organizza il “Mount Athos Area Gourmet”, con la firma della chef Dina Nikolaou.
Libri di ricette monastiche, menù dei monasteri ai ristoranti, eventi gastronomici, degustazioni di vini, presentazioni di prodotti biologici per un evento che suscita interesse non privo di curiosità.
Non poter arrivare al Monte forse disincentiva, ma la zona è incantevole, il mare cristallino, i paesi deliziosi, e arrivare a Ouranoupolis, dove si prende il traghetto per andare alla repubblica monastica, avvicina mentalmente e materialmente a quello che fu definito il “Tibet del mediterraneo”.
