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Channel: mangiare greco - cucina greca con tutte le ricette tipiche
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fusilli zucchine e gamberetti/fusilli με κολοκυθακια και γαριδες

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Σημερα ειπα να ξεφυγω λιγο απο την πεπατημενη και αποφασισα  να αναρτησω  ενα μη ελληνικο πιατο αν και θα μπορουσε καλλιστα να ειναι. Η προτιμηση λοιπον επεσε στα ζυμαρικα μια και  συνειδητοποιησα οτι εχω αναρτησει πολυ λιγες συνταγες με αυτα. Περιεργο για καποιον που ζει στην Ιταλια!!!
Προτεινω λοιπον εναν πολυ επιτυχημενο συνδυασμο, κολοκυθακια με γαριδες, που παρεπιπτοντως αρεσει πολυ στην κορη μου.
Η γνωμη μου ειναι να χρησιμοποιησουμε μικρες γαριδουλες, καθοτι ενσωματονονται καλυτερα  με τα ζυμαρικα, και δεν αποτελουν ξεχωριστο κομματι αλλα  περι ορεξεως, ως συνηθως!
Συστατικα:
-          2 κολοκυθακια
-          1 μικρο κρεμμυδι  ασπρο τριμμενο
-          μια μικρη χουφτα αμυγδαλα ξεφλουδισμενα
-          εξτρα παρθενο ελαιολαδο
-          αλατι
-          3 φυλλαρακια μεντας
-          μικρες γαριδουλες
-          1 σκελιδα σκορδο
-          160 γρ. ζυμαρικα της αρεσκειας μας, αλλα καλυτερα κοντα, οχι σπαγγεττι, ταλιατελλε, τρενεττε κλπ. δηλαδη.
Διαδικασια:
Βαζουμε τα αμυγδαλα σε αντικολλητικο τηγανι χωρις λιπος και τα καβουρντιζουμε. Μολις παρουν ενα ωραιο ξανθο σκουρο χρωμα τα μεταφερουμε σε μπωλ.
Mαραινουμε το κρεμμυδι σε 3 κουταλια λαδι αφου πλυνουμε και στεγνωσουμε τα κολοκυθακια κοβουμε τις ακρες και μετα τα κοβουμε σε λεπτες ροδελες. Τα προσθετουμε στο τηγανι με το κρεμμυδι, αλατιζουμε  και τα σιγοψηνουμε για 10 λεπτα ανακατευοντας που και που. Τραβαμε απο την φωτια, και οταν κρυωσουν λιγακι τα βαζουμε στο μπλεντερ με τον δυοσμο και τα αμυγδαλα και 2 κουταλια λαδι. Τα πολτοποιουμε  και αδειαζουμε το μειγμα σε πιατελα.
Καθαριζουμε τις γαριδουλες, κοβουμε το κεφαλι, βγαζουμε το κελυφος και το εντερακι και τις αφου τις πλυνουμε τις βαζουμε σε αποροφητικο χαρτι να στεγνωσουν.
Σε τηγανι  με 2 κουταλια λαδι σωταρουμε την σκελιδα σκορδου αφου την εχουμε τσακισει και οταν παρει χρωμα την αφαιρουμε. Προσθετουμε τις γαριδες και τις ψηνουμε για 10 λεπτα.
Στο μεταξυ βραζουμε τα ζυμαρικα σε αφθονο αλατισμενο νερο και οταν ειναι ετοιμα τα σουρωνουμε και τα ριχνουμε στην πιατελα με την κρεμα  απο τα κολοκυθακια. Εαν χρειαστει προσθετουμε ενα δυο κουταλια απο το νερο βρασιματος. Ανακατευουμε καλα και ριχνουμε τις γαριδες. Ανακατευουμε γρηγορα και σερβιρουμε αμεσως.
Για 2.


Il fatto che il blog ha come cardine la cucina greca non significa, ovviamente, che non cucini anche piatti “non greci”. Tutt’altro, e come potrebbe essere diversamente?
Si può fare a meno di un bel piatto di pasta? Ce ne pas possible!!! :)
Ingredienti:
-          2 zucchine
-          1 piccola cipolla bianca tritata
-          un pugnetto di mandorle pelate
-          olio evo
-          sale
-          3 foglioline di menta
-          gamberetti
-          1 spicchio di aglio
-          160 gr. di pasta (fusilli per me, e si vede!!! )
Procedimento:
Tostiamo per qualche minuto le mandorle in una padella antiaderente senza aggiungere grassi. Quando avranno preso un bel colore biondo le spostiamo in un piatto.
Laviamo le zucchine, le asciughiamo e tagliamo le estremità. Le tagliamo a rondelle sottili.
Facciamo appassire la cipolla in due/3 cucchiai di olio evo, aggiungiamo le zucchine, saliamo e cuociamo per una decina di minuti agitando la padella di tanto in tanto.
Ritiriamo dal fuoco e quando si saranno un poco raffreddate le frulliamo insieme alla menta e alle mandorle, aggiungendo 2 cucchiai di olio. Versiamo la crema di zucchine in un piatto fondo.
Puliamo il gamberetti. Togliamo la testa, il guscio e il filo nero. Le laviamo e le asciughiamo con carta assorbente.
Facciamo appassire lo spicchio di aglio schiacciato in due cucchiai di olio e togliamo quando diventa biondo. Versiamo i gamberetti e cuociamo per 10 minuti.
Nel frattempo lessiamo la pasta in abbondante acqua salata e quando è pronta, scoliamo e versiamo nel piatto dove abbiamo messo la crema di zucchine. Mescoliamo bene, se serve aggiungiamo 1 – 2 cucchiai dell’acqua di cottura della pasta,  uniamo i gamberetti, diamo una mescolata veloce e serviamo subito.

Per 2.



il 4 di luglio vado il libreria

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Mick Jagger disse una volta che il suo gruppo cominciò a comporre le canzoni che volevano ascoltare ma che nessuno componeva. Vero o falso che sia, esprime esattamente quello che  avevo in mente di fare io,  scrivendo un  libro di cucina greca per i lettori italiani. Ma sono stata battuta in tempo da  Jean-Michel Carasso, autore del libro “la cucina greca”.

E dico, finalmente un libro sulla cucina greca scritto per gli italiani. Perchè, i libri sulla cucina greca che troviamo in Italia (e si contano veramente sulle dita di una mano) o sono tradotti dal greco o sono tradotti dall’inglese, con evidenti difficoltà per il consumatore italiano, visto che per la realizzazione di diverse ricette si citano prodotti indispensabili ma difficilmente reperibili da noi.
Questo  libro invece è fatto proprio per chi vuole conoscere e approfondire la cucina greca ma con i prodotti disponibili qui.

Carasso conosce a fondo la cucina greca e lo dimostra scrivendo questo bel libro dai toni soavi e leggeri, senza nulla trascurare.  Nella sessione dedicata alle “cose greche”, troviamo i formaggi, i vitigni e i vini suddivisi per macroregioni, specialità locali, il caffè, i pani, le paste, i dolci, lo yogurt, l’olio, il miele, in breve tutto quanto  da cui è composta la cucina greca. Ma anche accenni sul modo dei greci di stare a tavola e la classificazione della ristorazione collettiva.
Troviamo accenni sulla storia e le influenze di questa cucina, dall’antichità a oggi, passando per il raffinato periodo bizantino e l’occupazione ottomana, senza dimenticare il grande apporto degli ebrei di Salonicco che costituivano la più grande comunità sefardita in Europa.
Termini di cottura, classificazione dei vini, nomi dei prodotti e delle ricette rigorosamente scritti con la pronuncia greca e l’eventuale traduzione in italiano.
I fondamentali ci sono tutti. Ricette più o meno conosciute, partendo dagli antipasti per finire con i dolci, passando per i piatti di carne, di pesce e di verdure.
A mio parere è un libro oserei dire anzi dico, indispensabile per chi vuole conoscere la cucina greca, l’autentica cucina greca e mi permetto di suggerirlo a maggior ragione a chi va in Grecia, come un manuale da consultare per sapere cosa chiedere e cosa cercare.
Per almeno un anno non devo più pensare a che regali fare!!!!!
Grazie Carasso.  

Il libro esce nelle librerie il 4 di luglio ed è un'edizione della casa editrice "il ponte alle grazie", nella collana diretta da Allan Bay, "il lettore goloso".



galaktoboureko

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Sulla spiaggia di Neo Faliro, a fianco dell’albergo Aktaion,  si trovava un bel edificio con un bel colonnato sulla fronte e  un grande terrazzo  a pianoterra. In quel edificio, all’epoca della stagione d’ora di Neo Faliro, i fratelli Gheorgios e Ioannis  Tselementes hanno gestito un piccolo albergo con annesso ristorante. In quegli anni il nome Tselementes era conosciuto  soltanto agli abitanti di Neo Faliro, dato che  da un lato dell’albergo - ristorante “Tselementes” si trovavano gli stabilimenti balneari di Faliro, dall’altro facevano capolinea tutti i tram. Così sia gli ateniesi che venivano per fare i bagni, sia i pireoti che andavano a Neo Faliro con il tram,  tutti quanti si fermavano davanti all’albergo dei Tselementes che evidentemente era situato in un bel punto strategico.


Secondo l’usanza del tempo, le ispezioni sanitarie negli alberghi e nei punti della ristorazione collettiva venivano pubblicate sui  quotidiani, così che i cittadini potevano conoscere la qualità degli  esercizi. Dai verbali delle ispezioni veniamo a conoscenza che  Ioannis era il cuoco ma responsabile dell’igiene era Gheorghios.


Ristorante Tselementes. Pulizia impeccabile sia nelle sale che nelle cucine…………….


Non sempre andava bene....


Le ispezioni negli alberghi sono cominciate. Sporco quello dei Tselementes, a Neo Faliro, sulla spiaggia. Sono state trovate delle carni così vecchie, che l’ente archeologico si è precipitato a comprare le preziose anticaglie. Una proposta: Abbiamo letto che a Faliro si è avvistato  un pescecane. Perché non lo nutriamo con qualche cotoletta dei Tselementes?
(quotidiano SKRIP – 1895)

Nel suo libro “Capetan Anderas Zeppos”, Evaggelos Athinaios cita il ristorante, riportando che anni prima, il padre del più celebre Tselementes, era chef al palazzo del re Gheoghios I e deduciamo che si trattava  di Ioannis, dato che lui era il cuoco.
Riporta inoltre, riferendosi alla storia dell’edificio, che nel 1920 fu acquistato da una famiglia di emigrati russi e proprio là, per la prima volta in Grecia, comparve l’insalata russa.

Il resto è storia un pò più conosciuta. Il figlio di Gheorghios, Nikolaos Tselementes, dopo aver studiato e lavorato nelle cucine di molti paesi, tornò in Grecia e inventò la cucina borghese. Scrisse di cucina per diversi quotidiani, raccolse le ricette in un libro che porta il suo nome e diventò sinonimo di ricettario, tant’è che ancora oggi sono in molti a credere che Tselementes significhi ricettario.

Nikolaos Tselementes
Nota: Neo Faliro è un comune sul mare nei dintorni del Pireo e dista circa 10 km. da Atene. In antichità era il porto principale di Atene, finche Temistocle introno al 490 a.C. con grande lungimiranza  non fortificò il Pireo facendolo diventare il porto più grande della Grecia intera.


La ricetta del galaktoboureko è appunto di Tselementes, ma anche quella di Vefa Alexiadou  che sono andata a leggere è pressochè uguale. Per il dolce forse più celebre, goloso e lussureggiante della pasticceria greca, non ci sono disquisizioni in merito. E per una volta concordiamo tutti quanti!!!
Ingredienti:
-       10/12 fogli di pasta fillo
-       mezzo litro di latte
-       85 gr. di semolino
-       40 gr. di zucchero semolato
-       2 uova
-       1 baccello di vaniglia o essenza di vaniglia, o scorza di limone grattugiata
-       100 gr. di burro sciolto o anche più
Per lo sciroppo:
-       150 gr. di zucchero semolato
-       80 gr. di acqua
-       la scorza di un limone
Procedimento:
Per prima cosa prepariamo lo sciropo. Versiamo in un pentolino tutti gli ingredienti e facciamo bollire per 6 minuti dal momento in cui stacca il bollore. Togliamo la scorza e teniamo da parte.

Versiamo il latte con lo zucchero in un pentolino sul fuoco e aggiungiamo i semi o l’essenza della vaniglia (o la scorza di limone) insieme a un paio di pugnetti di semolino. Mescoliamo e versiamo il resto del semolino e le uova. Cuociamo a fuoco basso mescolando in continuazione finchè la crema non si addensi. Diciamo che dovrebbe raggiungere la consistenza di una polenta un poco liquida. Ritiriamo dal fuoco e lasciamo intiepidire, mescolando un paio di volte, per evitare che formi la crosticina.

Imburriamo una teglia e stendiamo un foglio di fillo. Il foglio deve essere leggermente più grande della teglia per poter alla fine girare i bordi sul ripieno. Stesso il primo foglio lo imburriamo bene (usiamo sempre il pennello) e continuiamo così fino a stendere 5 – 6 fogli. Steso l’ultimo, versiamo la crema e livelliamo bene. Giriamo i bordi della paste che fuoriesce dalla teglia sul ripieno stesso e copriamo con un foglio tagliato esattamente nelle dimensioni della teglia. Imburriamo bene e continuiamo con i rimanti fogli.

Con un coltello affilato incidiamo laddove andremo a formare le porzioni, versiamo ancora un po’ di burro e inforniamo a 180 gradi per 40 – 45 minuti.
Quando sarà pronto con la superfice di un biondo scuro, togliamo dal forno e così com’è bollente, versiamo lo sciroppo, a cucchiaiate, non tutto insieme in una volta.
Lasciamo raffreddare se ci riusciamo, e che devo aggiungere????  Gustiamo.

Il telefono ha cominciato a squillare mentre stavo sciroppando il dolce. Non ho risposto ovviamente. Dopo circa 2 ore ha squillato di nuovo. Era mia sorella: “eri fuori” chiede. “ti ho chiamato prima ma non rispondevi”. “Ah, eri tu”, rispondo io, “non ho risposto perché stavo sciroppando il galaktoboureko”. “Oh mamma!” risponde mia sorella. “Mandami un pezzo”!!!!!

Credits: le notizie e le foto storiche sono state prese da questo blog, dedicato al Pireo.
Nota: lo sbriciolamento dell'ultimo foglio è intenzionale ma non si dovrebbe fare!



trota salmonata alle erbe aromatiche/πεστροφα με αρωματα

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Τα ψαρια του γλυκου νερου, ποταμισια και λιμνισια, απλως για εμενα δεν υπηρχαν οσο ζουσα στην Ελλαδα. Δεν τα ειχα φαει ποτε, δεν ειχα ιδεα πως μαγειρευονται και καν δεν  ηξερα πως λεγονται.  Σιγουρα δεν ημουν η μονη,  το ψαρι στην ελλαδα ειναι σχεδον συνωνυμο με το ψαρι της θαλασσας, με εξαιρεση προφανως με οσους ζουν σε περιοχες με ποταμια και λιμνες.
Αρχισα να τα γνωριζω απο τοτε που ηρθα στο Μιλανο, που  απο λιμνες και ποταμια στην ευρυτερη περιοχη, αλλο τιποτε. Επιπλεον, ο πατερας της κορης μου που ειναι ασσος,  και κυριολεκτω ,στο ψαρεμα στα ποταμια,  με προμηθευε με ενα σωρο. Ξυπνουσε τα χαραματα και πηγαινε για ψαρεμα. Με το καλαμι, τα δολωματα, τεχνητα σχεδον αποκλειστικα, οργωνε τις οχθες των ποταμων επι ωρες και οταν γυριζε, παντα κατι ειχε πιασει.
Απο εκεινον εμαθα να τρωω τα ποταμισια ψαρια,  διαφορα ειδη πεστροφας, και πολλα αλλα που δεν γνωριζω πως λεγονται στα ελληνικα οποτε δεν τα αναφερω. Τωρα πια,  εδω και  πολλα χρονια,  τα τρωω τακτικα, αν και για να ειμαι ειλικρινης, ως αδιορθωτη ελληνιδα, προτιμω τα θαλασσια!!!
Ενας ευκολος και γρηγορος τροπος  να φιαξουμε ενα ποταμισιο ψαρι,  πεστροφα στην συγκεκριμενη περιπτωση , σαλμονατα  το ειδος,  δηλαδη ροζ, σαλμονοειδη, παλι δεν γνωριζω ελληνιστι το ονομα, θα με συγχωρεσετε, αλλα σιγουρα καταλαβατε, ειναι αυτος που ακολουθει. Ελαφρυς, ο,τι πρεπει για το καλοκαιρακι εαν θελουμε να κανουμε μια αλλαγη στις ψαρουκλες!

Παιρνουμε 2 πεστροφες, κοβουμε το κεφαλι και την ουρα και τις καθαριζουμε. Τις πλενουμε και με κοφτερο μαχαιρι τις ανοιγουμε στα δυο. Τις κοβουμε στην μεση,  καθαριζουμε καλα τα ακρα απο κοκκαλα και πετσες  και τοποθετουμε τα κομματια σε λαδωμενο ταψακι. Εναλλακτικα αγοραζουμε ετοιμα φιλετα.
Ψιλοκοβουμε  φρεσκα μυρωδικα. Ριγανη, δεντρολιβανο, ματζουρανα,  ενα φυλλαρακι δυοσμο  και λιγο θυμαρι. Ανακατευουμε καλα τα μυρωδικα  σε μπωλακι  με αλατι, ασπρο φρεσκοτριμμενο πιπερι, και  4 κουταλιες  γαλετα τριμμενη.  Εαν θελουμε προσθετουμε και 2 κουταλακια τυρι τριμμενο.
Ριχνουμε το μειγμα στα φιλετα της πεστροφας, ραντιζουμε με λιγο  εξτρα παρθενο ελαιολαδο και ψηνουμε στο φουρνο για 20 λεπτα στους 170 βαθμους.
Για τεσσερεις. Ενα φιλετακι το ατομο.


L’avevo annunciato quest’inverno che avrei riempito il balcone di erbe aromatiche e ho mantenuto la parola.  In primavera mi sono attrezzata. Ho comprato l’origano, il rosmarino, la salvia, il timo, la maggiorana, il prezzemolo, il basilico, etc. etc.
Le piantine sono cresciute bene, sono belle rigogliose e ne sono felice. E come si può ben immaginare, ogni tanto esco sul balcone con un paio di forbici e si salvi chi può!!! 

Sfilettare 2 trote salmonate, alternativamente prendere dei filetti già pronti e sistemarli su una teglia oleata.  Preparare un misto di erbette fresche, origano, rosmarino, poco timo, maggiorana, 1 fogliolina di menta, tritarle fini e aggiungere 4 cucchiai di pangrattato, sale e pepe bianco macinato fresco. Volendo anche 2 cucchiaini di parmigiano grattugiato.
Mescolare bene e versare sui filetti. Irrorare con dell’olio evo e infornare per 20 minuti a 170 gradi.
Per quattro.





sfouggato con fagiolini e patate / σφουγγατο με φασολακια και πατατες

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Nomen omen ελεγαν οι λατινοι, δηλαδη, το ονομα καθοριζει την μοιρα, μεταφρασμενο στο περιπου.  Και αφου εμεις, οι ελληνες δηλαδη, μαθαμε να λεμε ομελετα φουρνου   και ξεχασαμε να λεμε σφουγγατο, και εγω μεσα φυσικα, καλα  να παθουμε. Ετσι,  για να μην αναρωτιομαστε γιατι μονο 2/3 πιατα της κουζινας μας ειναι γνωστα διεθνως και τα περισσοτερα οχι.  Και πως να ειναι γνωστα στους ξενους αφου εμεις πρωτοι και καλυτεροι τα ξεχασαμε?  Και η μοιρα του σφουγγατου φυσιολογικα καθοριστηκε και πηγε στο ξεχαστηριο αφου απαρνηθηκαμε και το ονομα.
Το γιατι, δεν το γνωριζω. Ας μου το εξηγησει οποιος γνωριζει. Προς το παρον και περιμενοντας τα φωτα οποιου γνωριζει , εφιαξα ενα πολυ ωραιο σφουγγατο!!!

Υλικα:
-          2 μετριες  προς το μικρο πατατες
-          100 γρ. φασολακια τσαουλια
-          4 αυγα
-          50 γρ. φετα τριμμενη με τα χερια
-          ματζουρανα και λιγο δυοσμο φρεσκοτριμμενα
-          1 ασπρο κρεμμυδακι ψιλοκομμενο
-          50 gr. φετα
-          αλατι
-          πιπερι μαυρο φρεσκοτριμμενο
-          εξτρα παρθενο ελαιολαδο
-          λιγη γαλετα τριμμενη
Διαδικασια:
Καθαριζουμε και πλενουμε τα φασολακια. Τα βραζουμε σε αλατισμενο νερο για 10 λεπτα και κατι παραπανω.
Ξεχωριστα βραζουμε τις πατατες με την φλουδα.
Στραγγιζουμε τα φασολακια και τα ψιλοκοβουμε με το μαχαιρι.  Βγαζουμε τις πατατες απο το νερο οταν ετοιμαστουν, τις ξεφλουδιζουμε και τις λειωνουμε με ενα πηρουνι.
Σε τηγανι ριχνουμε το λαδι και μαραινουμε μεσα το κρεμμυδι. Προσθετουμε τα φασολακια και τις πατατες, αλατιζουμε και ριχνουμε το πιπερι. Γυριζουμε 2 / 3 φορες μεχρι να ανακατωθουν καλα και αφηνουμε για 5 λεπτα σε χαμηλη φωτια. Προσθετουμε την ματζουρανα, τον δυοσμο  και την φετα, ανακατευουμε και αποσυρουμε απο την φωτια. Αφηνουμε το μειγμα να κρυωσει.
Σπαμε τα αυγα και ξεχωριζουμε τα ασπραδια απο τους κροκους. Χτυπαμε καλα τους κροκους και προσθετουμε το μειγμα πατατες/φασολακια. Ανακατευουμε καλα.
Σε ξεχωριστο μπωλ χτυπαμε τα ασπραδια μεχρι να εχουμε μια μαρεγκα οχι πολυ πηχτη. Την αδειαζουμε στο μειγμα με τους κροκους και ανακατευουμε ελαφρα με κινησεις απο κατω προς τα επανω.
Αδειαζουμε το σφουγγατο σε πυρεξ που εχουμε λαδωσει και ριξει στον πατω λιγη γαλετα τριμμενη και ψηνουμε στον φουρνο στους 180 βαθμους για 20 λεπτα.
Σβηνουμε τον φουρνο και αφηνουμε καμια δεκαρια λεπτα το σφουγγατο μεσα.  Το βγαζουμε και σερβιρουμε.
Εγω εριξα επανω gomasio, δηλαδη καβουρντισμενο σουσαμι με αλατι. Εαν θελουμε αντικαθιστουμε το σουσαμι με γαλετα τριμμενη η και τιποτε εαν προτιμουμε.


Dello sfouggato avevo già parlato qui. Ci ritorno, con una versione ispirata al polpettone genovese e ostinatamente mi rifiuto di chiamarlo omelette al forno, già che in Grecia esiste e ha il suo nome.
Se non lodi la tua casa, ti crollerà addosso; recita un detto greco e già che la situazione in Grecia è già precaria, io comincio continuo a lodare, prima che crolli addosso non solo a me ma a tutti i greci, facendo i debiti scongiuri!

Ingredienti:
-          2 patate piuttosto piccole
-          100 gr. di fagiolini
-          4 uova
-          50 gr. di feta sbriciolata con le mani
-          maggiorana e una fogliolina di meta tritati al coltello
-          1 cipolla bianca tritata
-          un cucchiaio di pangrattato
-          olio evo
-          sale
-          pepe nero macinato fresco
Procedimento:
Puliamo e laviamo i fagiolini. Li mettiamo a lessare per una decina di minuti in acqua salata.
Separatamente lessiamo le patate con la buccia.
Scoliamo i fagiolini e li tritiamo al coltello. Togliamo le patate dall’acqua, le sbucciamo e le riduciamo in purè con la forchetta.
In una padella facciamo appassire la cipolla nell’olio e aggiungiamo i fagiolini e le patate. Giriamo con un cucchiaio di legno e facciamo amalgamare bene.  Cuociamo per 5 minuti. Aggiungiamo i profumi e la feta, mescoliamo e ritiriamo dal fuoco. Lasciamo raffreddare.
Separiamo i tuorli dagli albumi. In un recipiente sbattiamo i tuorli e aggiungiamo il misto di fagiolini/patate. Mescoliamo bene e uniamo gli albumi precedentemente montati a neve. Mescoliamo con movimenti  delicati dal basso verso l’altro.
Ungiamo una pirofila e spargiamo il pangrattato. Versiamo le uova e inforniamo a 180 gradi per 20 minuti. Spegniamo il forno ma lasciamo dentro lo sfouggato per una decina di minuti.
Togliamo dal forno e serviamo.
Prima di infornare, ho sparso sulla superficie del gomasio(sesamo salato). Se desideriamo, sostituiamo con del pangrattato oppure anche niente.




pasta al pomodoro/ζυμαρικα με ντοματα

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Μερικες φορες συντονιζομαι σε ενα τηλεοπτικο καναλι , το realtimetv,  που μεταδιδει εκπομπες με θεμα την καθημερινη αλλα επισης  και οχι τοσο καθημερινη ζωη. Μακιγιαζ, αδυνατισμα, αναζητηση σπιτιων, διακοσμηση, cake design, nail art, αναζητηση νυφικου, κλπ κλπ.

Καποια στιγμη, ειδα οτι θα αρχιζε να παρουσιαζει διαφορες συνταγες ο Davide Oldani,  αστερατος δημιουργος αυτης που ο ιδιος ονομασε κουζινα ποπ, δηλαδη κουζινα βασισμενη κυριως σε καθημερινα υλικα, που μεσα στα χερια του ομως παιρνουν αλλη διασταση και υποσταση, και με πολυβραβευμενο εστιατοριο σε ενα δημο λιγο πιο εξω απο το Μιλανο.  Το πιο διασημο πιατο του, το καραμελωμενο κρεμμυδι, ειναι γνωστο πια ανα τον κοσμο, και τραπεζι βρισκεις εαν κλεισεις καποιους μηνες πριν, εκτος και εαν εισαι τυχερος και τελευταια στιγμη καποιος ακυρωσε.
Συντονιστηκα λοιπον στο καναλι, και καποια στιγμη ειδα οτι εδινε οδηγιες σε κυρια που οπως η ιδια ομολογει ειναι ασχετη απο κουζινα για  την “pasta al pomodoro”, δηλαδη ζυμαρικα με ντοματα.
Και ο ιδιος, οπως και ο Καρλο Κρακκο εξαλλου,  τονιζει οτι φαινεται ενα τιποτε, αλλα δεν ειναι και τοσο τιποτε.
Σε ενα τοσο απλο και απερριτο πιατο την πρωτη και τελευταια λεξη εχει η ποιοτητα. Της ντοματας και των ζυμαρικων. Αφου εξασφαλισουμε αυτα, προχωραμε με την μεθοδο του Ολντανι.  
Πρεπει να υποσημειωσω, οτι ενω εβλεπα το προγραμμα, εκανα και αλλα, σηκωθηκα και εφιαξα ενα ελληνικο καφεδακι και εκανα ενα τηλεφωνημα. Μου ξεφυγαν οποτε δυο πραγματα, αλλα εδω ηθελα να δειξω την μεθοδο οποτε δεν ειναι και τοσο σημαντικα. Δεν ξερω εαν ο Ολντανι ξεφλουδιζει πριν τις ντοματες, εγω δεν τις ξεφλουδισα, οπως δεν γνωριζω εαν ριχνει λαδι  στον πατου του σκευους και στο τελος, ωμο.
Αφου ομως θεωρω οξυμορο  την  pasta al pomodoro  χωρις λαδι, εγω εβαλα και κατω, και πανω. Και πρωτα, και μετα.


Σε σκευος βαζουμε να βρασει αλατισμενο νερο και το κραταμε καυτο.
Κοβουμε τις ντοματες σε λεπτες ροδελες και αφου ριξουμε λιγο λαδι στον πατο μιας κατσαρολας, τις τοποθετουμε φροντιζοντας να καλυψουμε ολο τον πατο. Αλατιζουμε ελαφρα και ριχνουμε μια μικρι πρεζα ζαχαρη. Βαζουμε επανω στις ντοματες τα ζυμαρικα, σε σειρα και ταξη, οπως φαινεται σε αυτην την ασχημη φωτογραφια αλλα την εβαλα για να φανει πως τα τοποθετει, και αφου αναψουμε το ματι  αρχιζουμε να ριχνουμε λιγο λιγο το νερο, σαν να φιαχνουμε ριζοττο δηλαδη. Το νερο πρεπει ισα ισα να καλυψει τα ζυμαρικα, λαμβανοντας υποψει οτι οι ντοματες αφηνουν νερα, οποτε στην αρχη ριχνουμε κατι λιγοτερο.
Λιγο πριν τα τραβηξουμε απο την φωτια, ριχνουμε βασιλικο και λιγο φρεσκο δυοσμο. Ανακατευουμε ελαφρα, σερβιρουμε στα πιατα και ριχνουμε παρμεζανα τριμμενη. Εγω στο τελος ραντισα το καθε πιατο με εξτρα παρθενο ελαιολαδο.


Alla tv non riesco a guardare cose serie. Non riesco a concentrarmi, un po’ per i rumori di una casa che vive, un po’ per le luci, un po’ per lo schermo piccolo, un po’ perché quasi sempre mi trovo con un libro, un giornale, qualche lavoro per le mani, mi è impossibile guardare con concentrazione e attenzione qualsiasi cosa. Le cose quindi che guardo, anzi, intraguardo, sono cose leggere e rilassanti. Programmi che posso assentarmi per 10 minuti interi e al ritorno avere la sensazioni di non aver perso nulla.
E così, un- emittente che guardo spessο è realtimetv.  Avevo cominciato a guardarla per vedere le torte mostri di Buddy, poi pian piano si sono aggiunti i tutorials di Clio, le torte di Renato, e ultimissimamente, acquisto molto recente, le trasmissioni con Oldani, del quale non dico niente, non c’è bisogno che ne parli io.
In una di queste trasmissioni, presentava con la signora del “vendo casa” o “cerco casa”, non ricordo esattamente il titolo, tanto io né vendo né cerco casa, che a sua ammissione, di cucina non se ne occupa minimamente, fa tutto il marito.
Per farla breve, Oldani  le ha proposto la pasta al pomodoro, la quale anche secondo lui, come anche secondo Cracco, non è facile, si fa presto a dire pasta al pomodoro.
In un piatto così essenziale, va da sé che la qualità è l’ingrediente indispensabile. Pomodori di qualità e pasta di qualità.
Confesso che al mio solito, non mi sono inchiodata a guardare il programma, mi sono alzata e ho fatto un caffè greco e ho fatto una chiamata. Cosichè qualcosina ho perso. Per esempio non so se Oldani abbia pelato i pomodori, come non so se abbia versato dell’olio sul fondo della pentola e poi a crudo sopra. Ritenendo però un ossimoro la pasta al pomodoro senza un olio eccellente, io l’ho versato sia sotto che sopra, sia prima che dopo.

Facciamo bollire dell’acqua salata e la teniamo bollente.
Tagliamo i pomodori a rondelle e le sistemiamo sul fondo oleato di una pentola. Spargiamo un poco di sale e un pizzico di zucchero. Sistemiamo sopra la pasta, in ordine, come si vede in quella brutta foto. Io ho usato i calamari, francamente non ricordo cosa abbia usato Oldani, forse i paccheri, e accendiamo il fuoco. Cominciamo a versare pian piano dell’acqua bollente, giusto quanto serve per coprire la pasta, tenendo presente che i pomodori rilasciano acqua, quindi all’inizio meglio deficere con questa che abbondare. Continuiamo fino a cottura completa. Poco prima di ritirare dal fuoco, aggiungiamo  del basilico e qualche fogliolina di menta tritati e uniamo alla pasta. Mescoliamo delicatamente, ritiriamo dal fuoco e impiattiamo. Non ricordo se Oldani abbia versato dell’olio a crudo, io l’ho fatto.
Il parmigiano grattugiato non c'è bisogno che lo dica!!!




granita al caffè / γρανιτα με καφε

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Οταν φτανει ο Ιουλιος, ο χειροτερος μηνας κατα την γνωμη μου στο Μιλανο, με ζεστη και κουφοβραση που με κανουν να τριγυριζω σαν το ζομπι και τις διακοπες ακομη μακρυα, παρηγοριεμαι με τις γρανιτες.
Ειναι δροσιστικες και με κανουν να ταξιδευω με την φαντασια προς το παρον, στην πατριδα τους, την Σικελια με την τεραστια γαστρονομικη και ζαχαροπλαστικη παραδοση.

Εμεις συνηθως , λεμε γρανιτα η σορμπεττο  ο,τι φιαχνεται με φρουτα, παγο και ζαχαρη, αλλα στην ιταλικη παραδοσιακη  gelateria, υπαρχουν τουλαχιστον 4 κατηγοριες  με αυτα τα υλικα, εκτος απο το παγωτο με φρουτα:
Το σορμπεττο, που ειναι ημιστερεο, λειωνει πολυ ευκολα καθοτι δεν περιεχει καθολου πυκνωτικες υλες, και σχεδον παντα περιεχει κατι αλκοολουχο, κρασι η λικερ η αποσταγμα.
Η γρανιτα που φιαχνεται με χυμο φρουτων, ζαχαρη και παγο.
Η γκρεμολατα, που φιαχνεται οπως και η γρανιτα αλλα με την σαρκα των φρουτων.
Η γκιατσατα, που φιανχεται με παγο που εχουμε τριψει  με το ειδικο μηχανημα η σπασει και που επανω ριχνουμε σιροπι.
Εγω, συνηθιζω εαν θελω να κανω κατι πολυ γρηγορα να φιαχνω την ghiacciata, που παρεπιπτοντως την ειδα και σε μια υπαιθρια γιορτη στο Αμστερνταμ πριν κατι χρονια,  που την εφιαχναν ακριβως ετσι, αλλα αυτη την φορα ειπα να αλλαξω!!!
  
Πρωτα απο ολα φιαχνουμε καφε εσπρεσσο, οσο θελουμε.  Τον μετραμε σε ml και τον αφηνουμε στην ακρη. Μετραμε αλλο τοσο νερο και το βαζουμε σε κατσαρολακι . Ριχνουμε κρυσταλλικη ζαχαρη τοση οσο ειναι η ποσοτητα του νερου διαιρεμενη στα δυο. Για παραδειγμα εγω εφιαξα 140 ml καφε. Το νερο ηταν 140 ml και η ζαχαρη 70 γραμμαρια.
Βαζουμε το κατσαρολακι στην φωτια και το αφηνουμε να βρασει για 1 λεπτο, ισα ισα να λειωσει τελειως η ζαχαρη. Αφηνουμε να κρυωσει.
Ριχνουμε τον καφε και το σιροπι που φιαξαμε σε μεταλλικο  μπωλ , ανακατευουμε και τοποθετουμε στην καταψυξη. Καθε μιση ωρα ανακατευουμε με πηρουνι ωστε  να εμποδισουμε την δημιουργια κομματιων παγου.
Οταν φτασει στην υφη που θελουμε, σερβιρουμε σκετη, η με λιγη σαντιγη . 



Abbiamo invocato il caldo che non arrivava mai, ed eccoci accontentati! E’ arrivato, il tipico caldo umido milanese che fa venire voglia di granite, sorbetti, ghiacciate e gremolate!!!
Confesso che di gelateria non so molto, ma la differenza tra gelato alla frutta, sorbetto e granita la conoscevo. Quello che mi sfuggiva totalmente è la gremolata, che a quanto ho lettoqui, si prepara come la granita, ma con la polpa della frutta, mentre la granita prevede il succo.
Beh, su questa al caffè non credo ci sia da disquisire. Di granita si tratta!

Per 2 bicchiere come quello della foto, prepariamo 140 ml di caffè espresso.
Versiamo in un pentolino 140 gr. di acqua e 70 gr. di zucchero semolato. Facciamo bollire per 1 minuto, giusto il tempo che lo zucchero si sciolga  completamente. Uniamo il caffè, mescoliamo e lasciamo raffreddare. Spostiamo in un recipiente di acciaio e sistemiamo in freezer. Sgraniamo ogni 30 minuti con una forchetta finchè non raggiungiamo la consistenza desiderata.

Serviamo liscia, o con un batuffolo di panna montata, e se puoi abbiamo anche una brioscia con il tuppo….. il paradiso è vicino! :)



a me mi piace dana hay

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Si, si lo so che si scrive donna, ma tanto quando si pronuncia il nome si dice più o meno dana, perciò lo scrivo così, visto che l’italiano si pronuncia come si scrive,  o si scrive come si pronuncia, o giù di lì.
Dicevo insomma, che a me piace. Mi piace il suo sito, le sue foto, e pure parecchie delle sue ricette. Che poi non le posti è un’altra storia, che fa sempre capo al progetto iniziale, cioè di occuparmi praticamente esclusivamente di cucina greca. Ma la maggior parte delle volte che vado al suo sito, è per prendere ispirazioni per le mie foto. Mi ispiro molto ma per quanto mi ispiri, non riesco mai a riprodurre quello che ho in testa.  Quindi ora ho un dilemma: faccio un corso di fotografia oppure un seminario di moderna cucina greca ad Atene?


Prendere un blocchetto di feta, toglierla dalla confezione e tamponare con un panno di cotone (pulito si intende)  per asciugarla. In alternativa usare del quartirolo lombardo  che va bene pure.
Tostare senza grassi un paio di cucchiai di sesamo e mettere da parte.
Tagliare la feta a pezzi regolari, delle dimensioni che si vuole, ma in fette abbastanza sottili. Non oltre il centimetro, e anche meno.  Prendere della pasta fillo e una volta scongelata, tagliarla in dimensioni un po’ più grandi dei pezzi del formaggio. Calcolare che il formaggio deve essere impacchettato dentro la fillo. Bagnare leggerissimamente i punti di chiusura per far aderire bene la pasta.
Friggere i paccettini di feta in olio bollente per 2 – 3 minuti per lato, togliere dal fuoco e sistemare su carta assorbente.
Preparare uno “sciroppo” con 2 cucchiai di miele, millefiori per me, e 1 di aceto, di mele per me. Mescolare bene.
Sistemare la feta in un piatto, versare sopra lo sciroppo  e spargere il sesamo tostato.
Delizioso! Sia come antipasto che a fine pasto.
La ricetta è di Elias Mamalakis. Il contrasto dei sapori è incantevole.
Qui si può vedere come impacchettare la feta.




vyssino glyko koutaliou (amarena dolce al cucchiaio)

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Probabilmente i dolci al cucchiaio, “glyko koutaliou” si trovano in cima alla piramide dei pochi dolci che cerco ogni tanto. Sono  frutti e anche alcune verdure,  sciroppati, quasi caramellati, concepiti inizialmente per  conservarli.
E il preferito in assoluto sono le amarene. Le uso nello yogurt, come confettura da spalmare sul pane, per il cheescake, versato un po’ in un piattino per accompagnare il caffè greco,  come si usava una volta, su un gelato fior di latte, ma anche quando mi prende una voglia improvvisa di dolci, apro il vasetto, infilo il cucchiaino e ne mangio un po’.
La stagione delle amarene è veramente breve, anzi, a dire il vero,  a Milano è difficile trovarle,  ma quando capita, ne approfitto.


Lavare e asciugare 1 kilo di  amarene. Togliere i piccioli e levare i noccioli, avendo cura di fare questo lavoro sopra il recipiente (meglio di vetro o di ceramica)  dove si andrà a sistemarle  per raccoglierne  i succhi.  Versare  sulle amarene 1 kilo di zucchero e una tazzina e mezza  da caffè di acqua.
Coprire e lasciare per 12 ore. Successivamente versare il tutto in una pentola e far bollire a fuoco medio,  controllando che lo zucchero si sia sciolto completamente, pure dai bordi della pentola.    Meglio non allontanarsi dalla cucina quando si fa questo lavoro, perché si può formare improvvisamente  della schiuma che  può strabordare. Schiumare scrupolosamente e continuare la bollitura finchè lo sciroppo non raggiunge la densità giusta. Indicativamente serve mezz’ora, ma  è meglio verificare la densità come segue: versare su un piattino un poco di sciroppo. Lasciare un paio di minuti (per far raffreddare) e con il manico di un cucchiaino fare un solco. Se il solco resta aperto, lo sciroppo è pronto.  Se non è pronto, continuare la bollitura, verificando ogni tanto. Dovesse rapprendersi troppo, aggiungere un poco di acqua e sempre verificare. Quando è pronto, versare un cucchiaino di succo di limone, far bollire ancora un minuto e spegnere il fuoco.
Riempire subito dei vasetti sterilizzati, tappare, capovolgere, coprire con una coperta e lasciare raffreddare.
Conservare in luogo fresco .
Nota: io ho messo qualche lamella di mandorla nella bollitura, ma si può tranquillamente omettere, anzi, per dirla tutta, tradizionalmente non ci va.





visit greece

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Un dolce al cucchiaio offerto alla maniera tradizionale per questo poster d'epoca, che esalta l'ospitalità e le delizie greche.
Una carrellata di poster vintage nel blog dell'amico ateniese, qui.


svecchiamoci! o anche no!

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Crisi o non crisi, non ci facciamo mancare nulla. E se il piatto piange, ci consoliamo davanti alla tv con lo tsunami  di trasmissioni che ogni giorno, ogni ora di ogni giorno, trasmettono programmi  di cucina. Decine e decine di persone, competenti  e  no, conosciute e no, spadellano davanti alle telecamere. Non c’è che dire. La Grecia è interessata alla gastronomia, perfino  la profonda Grecia conservatrice si converte alla cucina innovativa, adotta termini e prodotti che non di rado  provocano confusione  alle mamme che cucinano e agli imprudenti papà che mangiano. L’aceto balsamico, l’aceto di melograno,  il finocchio, le linguine, l’immancabile scorza di arancia anzi, la zest perché vogliamo essere cool,  li deve conoscere e saper  usare ogni massaia , pena essere additata come retrograda,  vetusta, superata.
Seguire gli chef  è un must. Non si può prescindere. Altro che Vefa e la sua discendenza; ormai sembrano signore di un altro mondo, di un’altra epoca, superate da giovani ambiziosi, armati di fascino  rock, tattoo  e coltelli affilatissimi che provocano, inventano, interpretano, reinterpretano, parlano e a volte straparlano. E così, scopriamo di avere una delle cucine più antiche del mondo ma che bisogna, bisogna assolutamente svecchiare.  E siccome lo svecchiamento non passa attraverso l’abolizione dei nostri prodotti bensì attraverso la loro valorizzazione e reinterpretazione , ecco che se voglio essere originale e stupire il capo di mio marito che disgraziatamente e imprudentemente ha invitato a cena, preparo un bel trachanas!  Svecchiato naturalmente!
O anche no, come questa ricetta che propone un classico dell’estate. Vitello con zucchine.


Prendere un pezzo di polpa di vitello (700 gr. per me) e tagliarlo a pezzi delle dimensioni di un uovo piccolo. Versare in un recipiente dell’olio evo e rosolare la carne a fiamma un po’ altra. Togliere la carne, tenerla da parte e versare nello stesso recipiente una cipolla e uno spicchio di aglio tritati. Abbassare la fiamma e far appassire la cipolla con l’aglio. Rimettere la carne nel recipiente, sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco e far evaporare.  Versare un po’ di acqua bollente, salare, macinare del pepe bianco, coprire e cuocere a fiamma bassa per circa un’ora o comunque finchè la carne non diventi tenera. Se serve, aggiungere un po’ di acqua bollente.
Lavare delle zucchine  e se sono grandi tagliarle in due. Metterle insieme alla carne dieci minuti prima di ritirare dal fuoco, ma dipende dalle dimensione delle zucchine che devono restare un po’ al dente, insomma non devono spapolarsi. Spargere un bel po’ di prezzemolo tritato, diluire un cucchiaio di farina bianca nel succo di un limone e versare sulla carne e zucchine.  Agitare la pentola e cuocere fino a cottura  completata delle zucchine.





sgombro / σκουμπρι

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Αυτο το πιατο ειναι αφιερωμενο στην συνοδειπορο μου διαιτας. Μια φιλη, που καποια στιγμη, μου ειπε. Ειρηνη, αρχιζουμε απο αυριο αυτην την διαιτα. Ετσι, δικτατορικα και αυταρχικα. Μου εφερε  ενα  βιβλιο να διαβαζω, να μορφωνομαι και να συμμορφωνομαι  και ξεκινησαμε. Απο τοτε κυλησε πολυ νερο στ αυλακι, χασαμε τα κιλα που θελαμε να χασουμε, αλλα η διατροφη μας πια ειναι βασισμενη στους κανονες αυτης  της διαιτας. Σε γενικες γραμμες   5 ημερες την εβδομαδα εξακολουθουμε αυτην την διατροφη, οχι τοσο αυστηρη φυσικα οσο στην αρχικη φαση, εννοειται, και τις αλλες δυο ημερες κανουμε ο,τι θελουμε!!!!  Παντα με μετρο και αυτο. Ε, τι να κανουμε, οποιος θελει να ειναι ομορφος, πρεπει να ταλαιπωρειται που λενε και οι φιλοι μας οι ιταλοι.

Το μεσημεριανο φαγητο ειναι ενα θεμα. Οταν εισαι ολη την ημερα εξω απο το σπιτι τι να φας και που να φας. Προσωπικα,  τα σαντουιτς και  τα γρηγορα πιατα στα μπαρ τα εχω εγκαταλειψει εδω και χρονια. Μερικες φορες την βγαζω με δυο φρουτα, με ενα γιαουρτι, κατι τετοιο τελος παντων. Οταν ειμαι τυχερη και θυμαμαι οτι των φρονιμων τα παιδια πριν πεινασουν μαγειρευουν, ετοιμαζω κατι απο το προηγουμενο βραδυ για την αλλη μερα. Επειδη ομως την παροιμια δεν την θυμαμαι παντα, πολλες φορες το μεσημερι με βρισκει απροετοιμαστη και εκτος του νυμφωνος, ως οι μωρες παρθενες.
Μια ευκολη λυση, χορταστικη και ικανοποιητικη τελος παντων, σε αυτες τι περιπτωσεις ειναι  το σκουμπρι  η ο τονος σε κουτι.  Με τον τονο ομως εχω ενα θεμα και δεν τον τρωω συχνα. Ενα κουτακι σκουμπρι, αυστηρα οχι στο λαδι, ενα λαχανικο απο του σουπερ μαρκετ, και να ετοιμο ενα μεσημεριανο.
Καλα, ποσα σκουμπρια φαγαμε και εγω και η  φιλη, εχω χασει τον λογαριασμο.


Υλικα:
-          100 γρ. φαβα
-          1 φυλλο δαφνης
-          2 σκουμπρια φρεσκα
-          2 γλυκα κοκκινα κρεμμυδια
-          1 κουταλι ξυδι μπαλσαμικο η απλως ενα καλο κοκκινο ξυδι
-          εξτρα παρθενο ελαιολαδο
-          6/7 ντοματινια
-          ριγανη
-          1 κουταλι καπαρηστο αλατι
-          1 κουταλι μαυρες ελιες
-          αλατι
-          μαυρο πιπερι φρεσκοτριμμενο
Διαδικασια:
Πλενουμε τα ντομανιτια, τα κοβουμε στα δυο, ριχνουμε επανω λιγο αλατι και  λιγη ριγανη, τα βαζουμε σε ταψι με το κομμενο μερος προς τα πανω,  ριχνουμε επανω λιγες σταγονες ελαιολαδο και τα βαζουμε στον φουρνο, στους 50 βαθμους για 2 ωρες.  Βγαζουμε απο τον φουρνο και τοποθετουμε σε πιατο.
Ξαλατιζουμε την καπαρη σε νερο, την στεγνωνουμε και την βαζουμε στον φουρνο στους 50 βαθμους για 70 λεπτα. Την βγαζουμε απο τον φουρνο και οταν κρυωσει την βαζουμε στοcutter και την αλεθουμε μεχρι να γινει σκονη.
Βγαζουμε τα κουκουτσια απο τις ελιες, τις κοβουμε στα δυο και τις βαζουμε στον φουρνο για μιαμιση ωρα στους 50 βαθμους. Τις βγαζουμε και με το cutter τις αλεθουμε, μεχρι να αποκτησουν την υφη χαβιαριου.

Για να μην εχουμε αναμμενο τον φουρνο επι ωρες, βαζουμε τα ντοματινια σε ενα ταψι, τις ελιες και την καπαρη μαζι σε ενα αλλο, και ψηνουμε μαζι, προσεχοντας φυσικα τους διαφορετικους χρονους αφυδατωσης των προιοντων.  Καλυτερα επισης, να φιαξουμε μεγαλυτερες ποσοτητες σκονης καπαρης και  χαβιαριου ελιας, που μπορουμε να χρησιμοποιουμε στα ζυμαρικα, γιατι οχι σε μια πρωτοτυπη “pasta alla puttanesca” ? στις σαλατες κλπ. Κλπ. Κλεισμενα σε βαζακια στο ψυγειο διατηρουνται ανετα για τουλαχιστον 2 εβδομαδες. Περισσοτερο δεν εχω δοκιμασει!!!

Βαζουμε την φαβα να βρασει.  Η δικη μου η φαβα ειναι μια που βρισκω σε ενα μαγαζι εθνικ, απο τον Καναδα, τελειως διαφορετικη απο την ελληνικη. Χρειαζεται πολλες ωρες μουλιασμα και αρκετο βρασιμο, οποτε δεν ειμαι σε θεση να πω ποση ωρα και σε ποσο νερο πρεπει να βρασει, πορευομαστε αναλογα με την φαβα που εχουμε.
Τελος παντων, βραζουμε την φαβα  με το δαφνοφυλλο. Οταν ειναι ετοιμη, τραβαμε απο την φωτια και βγαζουμε το δαφνοφυλλο.

Βαζουμε τα κρεμμυδια κομμενα σε φιλετα σε τηγανι με το ελαιολαδο και τα μαραινουμε. Σκεπαζουμε το τηγανι και αφηνουμε να σιγοψηθουν, σε πολυ χαμηλη φωτια για ενα τεταρτο. Προσθετουμε το ξυδι. Ανακατευουμε και αφηνουμε να ψηθουν ακομη για δυο τρια λεπτα.
Εχουμε καθαρισει στο μεταξυ τα ψαρια, εχουμε βγαλει τα εντοσθια και εχουμε κοψει το κεφαλι.  Τα πλενουμε πολυ καλα σε τρεχουμενο νερο. Κοβουμε σε φιλετα και τα τοποθετουμε  επανω στα κρεμμυδια. Αλατιζουμε, τριβουμε λιγο πιπερι και σκεπαζουμε το τηγανι. Αφηνουμε να ψηθουν για 15 λεπτα.

Παιρνουμε λιγη φαβα, την στρωνουμε σε ενα πιατο, τοποθετουμε επανω τα φιλετα του ψαριου με τα κρεμμυδια, ριχνουμε σκονη καπαρης και χαβιαρι ελιας, διακοσμουμε με τα ντοματινια και σερβιρουμε.


 La ricetta è dedicata alla compagna di viaggio e amica, L., la quale parecchi mesi fa mi annunciò: Irene, da domani ci mettiamo a dieta.  Praticamente un editto imperiale!!!  Mi portò un libro da leggere e seguire  le indicazioni, e partimmo per il viaggio alla ricerca della linea perduta!
Da allora è passata acqua sotto i ponti, ritrovammo la linea, ma la dieta non l’abbiamo abbandonata. In linea generale ma ovviamente con molta più elasticità, continuiamo i dettami della dieta per almeno 5 giorni alla settimana. Il sesto e il settimo  riposiamo!

Il pranzo dei giorni feriali è un  problema.  Personalmente ho abbandonato i pranzi veloci al bar, non riesco a ingurgitare del cibo in mezzo a tanta gente e schiamazzi, non ci riesco proprio. Io voglio mangiare con calma, piuttosto preferisco saltare il pranzo. Oppure mangiare un frutto, uno yogurt, un gelato e fare due passi.  Ma da quando abbiamo cominciato la dieta, no. Non è previsto un pasto simile, e ha il suo perché. Non è sufficiente, non basta, lì per lì sembri apposto, ma la sera divoreresti le gambe del tavolo.
Ecco che quindi, bisogna consumare un pasto vero. A volte,  divento previdente e cucino qualcosa dalla sera prima. Ma spesse volte no, non mi ricordo, ho altro da fare  e la questione pranzo il giorno dopo si presenta implacabile e mi coglie impreparata, come le stolte vergini.
In questi casi, il tonno o lo sgombro in scatola e al naturale, senza olio, sono una soluzione. Siccome però il tonno per scelta lo consumo rare volte all’ anno, ecco che lo sgombro diventa l’ancora di salvezza. Una scatoletta di sgombro e qualche verdura fresca e il pranzo è assicurato.
Ma  senti, quante scatolette di sgombro abbiamo mangiato?????
  
Ingredienti:
-          100 gr. di fava
-          1 foglia di alloro
-          2 sgombri freschi
-          2 cipolle rosse (io ho usate cipolle di Tropea)
-          1 cucchiaio di aceto balsamico
-          qualche cucchiaio di olio ev
-          6/7 pomodorini
-          origano
-          1 cucchiaio di capperi sottosale
-          una manciata  di olive nere
-          sale
-          pepe nero macinato fresco
Procedimento:
Laviamo i pomodorini, li asciughiamo, li tagliamo a metà e li mettiamo su una teglia da forno appena oleata con la parte tagliata in alto. Spargiamo un poco di sale, dell’origano, un filo di olio, e cuociamo a 50 gradi per  2 ore. Togliamo dal forno, mettiamo in un piatto e lasciamo da parte.
Nel frattempo mettiamo a dissalare i capperi. Li asciughiamo e quando avremmo tirato fuori i pomodori dal forno, mettiamo i capperi e li facciamo seccare alla stessa temperatura per  70 minuti. Togliamo dal forno, e con il cutter li riduciamo in polvere, più o meno fine, secondo il nostro gusto.
Dopo i capperi, passiamo a disidratare le olive. Togliamo il nocciolo, le tagliamo in due e le facciamo seccare allo stesso modo per un’ora e mezza. Le polverizziamo nel cutter e otteniamo un ottimo caviale di olive.
Possiamo usare una teglia per i pomodorini, una per i capperi e le olive, e sistemare nel forno tutto in una volta unica, stando attenti ovviamente ai tempi diversi di ogni alimento.  A mio parere meglio fare quantità maggiori di olive e capperi, tanto si possono usare sempre sulla pasta, sulle insalate etc. Chiusi in vasetti di vetro e messi in frigorifero, durano minimo 2 settimane.

Mettiamo a lessare la fava con una foglia di alloro. I tempi non li so indicare, dipende dalla fava che troviamo. La mia, totalmente diversa da quella greca, proviene dal Canada e richiede diverse ore di ammollo e bollitura. Mettere in ammollo per qualche ora prima è preferibile. Per quanto riguarda la cottura, partire con una quantità di acqua 2 a 1 (due di acqua – 1 di fava) e regolarsi durante la cottura. Se serve, aggiungere dell’acqua bollente. Tenere presente che il risultato finale deve essere come quello di una polenta, un poco più liquida. Raffreddandosi, la fava si rapprende. Ritiriamo dal fuoco e togliamo la foglia di alloro.

Puliamo il pesci, togliamo le interiora, laviamo abbondantemente sott’acqua corrente e sfilettiamo. Mettiamo i filetti in frigorifero fino all’ora di usarli.

Tagliamo a filetti le cipolle e le mettiamo a stufare in una padella con dell’olio ev. Quando saranno diventate traslucide, chiudiamo con il coperchio e cuociamo a fuoco basso per 15 minuti. Aggiungiamo l’aceto, mescoliamo, e lasciamo cuocere ancora per 2 – 3 minuti.
Sistemiamo i filetti dello sgombro sulle cipolle, saliamo, maciniamo del pepe nero, copriamo con il coperchio   e cuociamo per circa 15 minuti.

Mettiamo in un piatto un mestolo scarso di fava, sistemiamo sopra  1 filetto di sgombro con le cipolle, spargiamo un po’ di polvere di capperi e caviale di olive, decoriamo con qualche pomodorino e serviamo.
  



dakos alla puttanesca

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Τι ειναι σε τελευταια αναλυση  τα ζυμαρικα? Ρωτησε τον εαυτο του ο αξεχαστος Ugo Tognazzi, οταν στην παρουσιαση  στην Αμερικη ενος φιλμ που πρωταγονιστουσε, και αφου ειχε διαδοθει η δικαιολογημενη φημη του ως φινου  γκουρμε και σεφ, του ζητησαν να μαγειρεψει για τους 300 καλεσμενους σε μεγαλο ξενοδοχειο.
Τελικα εδωσε  στον εαυτο του την απαντηση, λεγοντας τα ζυμαρικα  οτι ειναι ψωμι, φιαγμενο με αλλο τροπο. Απο αυτο το σκεπτικο, και για να φιαξει ενα πιατο που να ικανοποιησει τους 300 απαιτητικους αλλα μαλλον, τουλαχιστον τοτε, ανιδεους απο ιταλικη κουζινα αμερικανους,  σκεφτηκε να φιαξει ενα τελεια ιταλικο πιατο, που τα υλικα του τα αναγνωριζαν και ηταν οικεια στους αμερικανους.
Τι τρωνε οι αμερικανοι? Αναρωτηθηκε. Ψωμι για τοστ, αυγα, μπεικον. Και τι ειναι το ψωμι? Ειναι ζυμαρικο φιαγμενο με αλλον τροπο. Εφιαξε λοιπον μια απιθανη ποσοτητα καρμποναρας την οποιαν οι καλεσμενοι καταβροχθισαν μουγκριζοντας  απο ευχαριστηση, και μια ιδιοκτητρια ξενοδοχειων του προτεινε να μεινει στην Αμερικη και να ανοιξουν μαζι εστιατορια. Ευτυχως η δυστυχως δεν ειμαι σε θεση να το πω, ο Tognazzi γυρισε στην Ιταλια, αλλα φινος γκουρμε παρεμεινε μεχρι το τελος.
Αυτο το επεισοδιο μου ανοιξε τα ματια, και εγω εκανα το αντιστροφο. Απο τα ζυμαρικα εφτασα στο ψωμι, και επι το ελληνικοτερο, συμβουλευω τους ντακους για μια απο τις πιο φημισμενες και αξεπεραστες ιταλικες σαλτσες για ζυμαρικα.  Φυσικα στην αυθεντικη εκδοχη οι ελιες και η καπαρη δεν σκονοποιουντε!!!!
Το επεισοδιο της Αμερικης ειναι απο το βιβλιο του Ugo Tognazzi, l'abbuffone.
Δεν ειχα χρονο να φιαξω ντακους,  οποτε αγορασα τις φριζελλες, κατι αναλογο με τις κουκουβαγιες.


Υλικα:
-          2 μετριες ωριμες ντοματες
-          1 σκελιδα σκορδο
-          αλατι
-          1 κοκκινη καυτερη πιπεριτσα
-          3 παστες ατζουγιες
-          καπαρη στο αλατι
-          μαυρες ελιες
-          εξτρα παρθενο ελαιολαδο
-          μαιντανο ψιλοκομμενο
-          4 ντακους η κουκουβαγιες
-          μερικες ελιες και καπαρη ξαλατισμενη για διακοσμηση
-          κεφαλοτυρι ημισκληρο  τριμμενο σε λεπια
Διαδικασια:
Ξαλατιζουμε την καπαρη, και την στεγνωνουμε. Ξεκουκουτσιαζουμε τις ελιες, τις κοβουμε στα δυο  και τις  βαζουμε μαζι με την καπαρη σε ταψι. Βαζουμε στον φουρνο στους  50  βαθμους για 80 λεπτα.  Βγαζουμε απο τον φουρνο και  αλεθουμε ξεχωριστα την καπαρη και τις ελιες στο cutter, μεχρι να γινει μια σκονη η καπαρη, και κατι σαν χαβιαρι οι ελιες.
Χαραζουμε στο κατω μερος των ντοματων ενα σταυρο οχι σε βαθος και τις βαζουμε σε ζεματιστο νερο για  2 λεπτα. Τις βγαζουμε, τις ξεφλουδιζουμε και τις κοβουμε σε μεγαλουτσικους κυβους.
Ξεπλενουμε κατω απο τρεχουμενο νερο τις ατζουγιες και τις ξεχωριζουμε σε φιλετα. Βαζουμε σε τηγανι το τριμμενο σκορδο  το τσιγαριζουμε στο λαδι. Προσθετουμε 2 φιλετα ατζουγιας και με συνεχιζουμε το ψησιμο, μεχρι να διαλυθουν. Προσθετουμε την καυτη πιπερια ψιλοκομμενη, εναλλακτικα χρησιμοποιουμε μπουκοβο,  τις ντοματες, ελαχιστο αλατι και ψηνουμε για πεντε λεπτα. Προσθετουμε τον μαιντανο, ανακατευουμε και τραβαμε απο την φωτια.
Παιρνουμε εναν ντακο, τον βρεχουμε με τοσο νερο οσο χρειαζεται για να φτασει στο σημειο που θελουμε να μαλακωσει, ριχνουμε επανω λιγη απο την σαλτσα, σκονη καπαρης, χαβιαρι ελιας και τυρι τριμμενο. Τελειωνουμε με ενα φιλετο ατζουγιας. Διακοσμουμε το πιατο με 2 / 3 ελιες και λιγη καπαρη.  Εαν θελουμε, ραντιζουμε με λιγο ωμο λαδι.
Επαναλαμβανουμε με τους αλλους ντακους.


Alla fine quello che più conta, non è avere delle risposte , ma saper porre delle domande. Quelle giuste ovviamente. Per una giusta domanda c’è comunque una risposta che alla fine troveremo.  E' quello che fece Ugo Tognazzi, quando si trovò a dover cucinare per 300 americani, durante la  presentazione di un suo film in America.
Non so se  cercare di soddisfare 300 americani con l'autentica cucina italiana sia impresa ardua, da incoscienti, oppure praticabile, percorribile. Tognazzi lo fece ponendosi la giusta domanda: cosa mangiano gli americani? Pane per toast, bacon, uova. E cosa è il pane? Pasta fatta in altro modo. Alla giusta domanda, la giusta risposta.
Finì che fece una memorabile carbonara per 300 invitati che la divorarono con esclamazioni di estasi.
L’episodio è raccontato al suo librol’abbuffone e io, da brava copiona, subito lo copiai, per proporre il celeberrimo sugo italiano in salsa greca!
Ovviamente la versione originale prevede capperi e olive interi, non polverizzate, ma questo lo sapete, quindi chevelodicoaffà????
Ingredienti:
-          2 medi pomodori maturi
-          1 spicchio di aglio
-          1 peperoncino piccante
-          3 acciughe sotto sale
-          capperi sotto sale
-          olive nere
-          olio ev, 4 cucchiai
-          sale
-          prezzemolo tritato
-          4 dakos o  4 friselle
-          qualche cappero dissalato e qualche oliva per decorare
-          formaggio a scaglie  (io ho messo un pecorino toscano)
Procedimento:
Dissaliamo i capperi, snoccioliamo le olive e le tagliamo in 2.  Stendiamo tutto in una teglia e mettiamo a disidratare nel forno a 50 gradi per 80 minuti.
Togliamo dal forno, e  tritiamo nel cutter separatamente i capperi dalle olive, per ottenere una polvere di capperi e una sorta di caviale di olive.
Laviamo i pomodori e incidiamo una croce poco profonda  sulla base. Li sbollentiamo per 2 minuti e li spelliamo. Tagliamo a dadini un po’ grossi.
Laviamo le acciughe sott’acqua corrente, togliamo la spina e ricaviamo 6 filetti. Tritiamo l’aglio e lo facciamo appassire leggermente in una padella con l’olio. Aggiungiamo 2 filetti di acciuga e il peperoncino tritato. Quando l’acciuga si sarà sciolta, uniamo i pomodori, saliamo leggermente  e cuociamo per 5 minuti. Aggiungiamo il prezzemolo, mescoliamo e ritiriamo dal fuoco.
Prendiamo i dakos e li spruzziamo con dell’acqua. In alternativa, li tuffiamo in un recipiente pieno di acqua per qualche secondo. Dipende dal grado di croccantezza che vogliamo avere. Ovviamente più li vogliamo morbidi, più li lasciamo nell’acqua. A me piacciono croccantini, quindi li spruzzo con la mano e basta.

Versiamo sopra un po’ del sugo,  capperi e olive in polvere, scaglie di formaggio, e finiamo con un filetto di acciuga. Decoriamo il piatto con qualche cappero e qualche oliva. Volendo, versiamo sopra un filo di olio crudo.
E se vogliamo preparare i dakos,  ecco la ricetta.


crostata all'uva/ταρτα με σταφυλι

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Στο μπαρ κατω απο το σπιτι που μπαινω για καφε, εσπρεσσο στο ποδι φυσικα, αποκτησαν μια ωραια συνηθεια. Μαζι με τον καφε σερβιρουν και νερο. Ενα σφηνακι νερο. Δεν αστειευομαι, ενα σφηνακι μεταλλικο νερο, που διαλεγεις εαν το θελεις ανθρακουχο η φυσικο.  Το λεω, διοτι εαν καποιος θελει νερο, πρεπει να το παραγγειλει  και να το πληρωσει. Εκτος και εαν προκειται για νερο της βρυσης, το οποιον ειναι δωρεαν αλλα παλι πρεπει να το ζητησει.
Την πρωτη φορα λοιπον που μπηκα στο μπαρ και ειδα αυτην την εκπληξη, “αχ, τι ωραια” αναφωνησα, “στην ελλαδα ο καφες σερβιρεται παντα με νερο.”   “Οπως και στον δικο μας νοτο”, μου απαντησε η ιδιοκτητρια, η οποια ειναι καλαβρεζα . Ε βεβαια, ειπα,  ιδιο ζεστο κλιμα, ιδιες συνηθειες.
Τωρα λοιπον που ηρθε το καλοκαιρι με τις ανυποφορες ζεστες,  καμια φορα κατεβαινω στο μπαρ, καθομαι στο dehors και παραγγελνω, καφε και ενα καποιο γλυκο. Το νερο επισης το παραγγελνω  αλλα τον καφε μου τον πινω  αλα ελληνικα, δηλαδη  με το πασο μου!!!

Υλικα:
Για την φρολλα:
-          150 γρ. αλευρι για ολες τις χρησεις
-          100 γρ. βουτυρο
-          50 γρ. ζαχαρη
-          ενα κροκο
-          το ξυσμα μισου λεμονιου
-          μια ιδεα αλατι
Για την γεμιση:
-          250 ml γαλα
-          ενα αυγο
-          35 γρ. αλευρι
-          30 γρ. ζαχαρη
-          ενα λουβι βανιλια (εγω αντικατεστησα την βανιλια με μαστιχα χιου)
-          φλουδα  μισου λεμονιου
-          ενα τσαμπι ασπρο σταφυλι
Διαδικασια:
Κοσκινιζουμε σε μπωλ το αλευρι με το αλατι,  προσθετουμε το βουτυρο παγωμενο απο ψυγειο κομμενο σε κομματια, και με τα δαχτυλα  δουλευουμε το μειγμα, μεχρι να αποκτησει υφη και εμφανιση σαν αμμο.  Προσθετουμε την ζαχαρη, δινουμε το κλασικο σχημα λοφου με βαθουλωμα στην κορυφη, στην οποια ριχνουμε το ξυσμα λεμονιου και τον κροκο αυγου. Δουλευουμε  γρηγορα το ζυμαρι, οσο χρειαζεται για να ενοποιηθουν τα υλικα, οχι παραπανω, σχηματιζουμε μια μπαλα, την βαζουμε σε μεμβρανη κουζινας και στο ψυγειο για μιση ωρα.  

Στο μεταξυ ετοιμαζουμε την κρεμα. Ριχνουμε το γαλα σε κατσαρολακι, προσθετουμε την βανιλια σχισμενη στα δυο, η την μαστιχα εαν θελουμε οπως εκανα εγω, την φλουδα  λεμονιου και βαζουμε στην φωτια μεχρι να φτασει το γαλα στο σημειο βρασμου.  Αποσυρουμε απο την φωτια, αφαιρουμε την φλουδα λεμονιου και την βανιλια, και το αφηνουμε να γινει χλιαρο.  Χτυπαμε το αυγο με την ζαχαρη μεχρι να φουσκωσει και να αφρατεψει.  Ριχνουμε τοτε το αλευρι περασμενο απο κοσκινο και  ανακατευουμε μεχρι να ενοιποηθουν εντελως.  Προσθετουμε τοτε το γαλα περνωντας το απο ενα χωνι,   “a filo” οπως λεμε εδω, σε συνεχουμενη ροη, σαν κλωστη, οχι αποτομα και ανακατευουμε για να το εννοποιησουμε.  Ριχνουμε το μειγμα στο κατσαρολακι με το γαλα  και ξαναβαζουμε σε χαμηλη φωτια, μεχρι να πηξει η κρεμα.

Βγαζουμε την φρολλα απο το ψυγειο, την ανοιγουμε με πλαστη αναμεσα σε δυο κομματια αντικολλητικου χαρτιου για τον φουρνο σε διαμετρο 26 εκατοστα.  Ντυνουμε το ταψακι με χαρτι φουρνου, τοποθετουμε την φρολλα επανω, σκεπαζουμε με αλλο ενα κομματι χαρτιου φουρνου και ριχνουμε επανω μια χουφτα ξερα φασολια.  Ψηνουμε την φρολλα για 15 λεπτα στους 180 βαθμους, αφαιρουμε τα φασολια και το επανω χαρτι και ψηνουμε ακομη για 5 λεπτα.  Βγαζουμε απο τον φουρνο και αφηνουμε να κρυωσει εντελως. Απλωνουμε την κρυα κρεμα και σκεπαζουμε με τις ρωγες σταφυλιου πλυμενες και κομμενες στα δυο. Αφαιρουμε με οδοντογλυφιδα η την ακρη μυτερου μαχαιριου τυχον κουκουτσια.

Η συνταγη ειναι απο το περιοδικο “cioccolata& co” . Εαν θελουμε φιαχνουμε την ταρτα σε ορθογωνιο ταψι, 20 x 28 περιπου οπως  την προτεινει ι το περιοδικο.


Prima l’acqua. Una caraffa piena di acqua fresca e tanti bicchieri quante sono le persone sedute al tavolo o al tavolino, è l’abitudine greca che mi riappacifica con il mondo intero. Senza profferire parola, senza far passare del tempo, appena seduti arriva il cameriere con l’acqua e i bicchieri. Lascia tutto sul tavolo per tornare qualche minuto dopo e prendere le ordinazioni.
Galateo da paese caldo, di estati torride che ti fanno perdere litri di liquidi e non vedi l’ora di sederti all’ombra e bere acqua. Prima di tutto quella. 
Poi il resto. Magari un caffè all’americana come piace a me, con un pezzo di torta, il tutto consumato alla greca, vale a dire senza fretta, in compagnia o no, ma senza fretta.  Lentamente! Umanamente!

Ingredienti:
Per la frolla:
-          150 gr. di farina
-          100 gr. di burro
-          50 gr. di zucchero
-          1 tuorlo
-          la scorza grattugiata di mezzo limone
-          un pizzico di sale
Per la farcitura:
-          2,5 dl di latte
-          un uovo
-          35 gr. di farina
-          30 gr. di zucchero
-          un baccello di vaniglia (io l’ho sostituito con la masticha di chios)
-          la scorza di mezzo limone
-          un bel grappolo di uva bianca
Procedimento:
Prepariamo la frolla versando la farina setacciata in una ciotola con un pizzico di sale. Tagliamo a pezzi il burro freddo da frigo e aggiungiamo alla farina. Lavoriamo con le dita fino ad avere un impasto sabbioso. A questo punto gli diamo la tipica forma di fontana e versiamo dentro lo zucchero e il tuorlo. Lavoriamo il minimo indispensabile per amalgamare il tutto. Diamo alla pasta la forma di palla, avvogliamo in pellicola per alimenti e mettiamo in frigo per mezz’ora.

Nel frattempo prepariamo la crema. Versiamo il latte in un pentolino insieme al baccello di vaniglia inciso per il lungo (io ho omesso la vaniglia e ho aggiunto ¼ di cucchiaino di masticha in polvere), la scorza di limone e portiamo al punto di bollore. Ritiriamo dal fuoco, togliamo la scorza di limone e il baccello di vaniglia, e lasciamo intiepidire.
Montiamo con le fruste l’uovo con lo zucchero. Quando sarà bello gonfio e spumoso, uniamo la farina setacciata e la incorporiamo perfettamente. Versiamo il latte a filo attraverso un colino, e mescoliamo per amalgamarlo. Versiamo il composto nel pentolino del latte e facciamo addensare la crema a fuoco basso, sempre mescolando. 

Prendiamo la pasta dal frigo, e la stendiamo tra due fogli di carta forno con il mattarello in un cerchio di diametro 26 cm. Rivestiamo la nostra teglia con carta forno, appoggiamo la frolla, copriamo con un altro foglio di carta forno, mettiamo una manciata di fagioli secchi e cuociamo a 180 gradi per 15 minuti. Togliamo i fagioli e la carta e cuociamo ancora per 5 minuti. Togliamo dal fuoco e lasciamo raffreddare.
Distribuiamo la crema raffreddata, livelliamo bene, e copriamo con gli acini di uva lavati asciugati e tagliati a metà. Togliamo eventuali semi.
La ricetta è dalla rivista “cioccolata & co.”, dove la propongono in forma rettangolare per una taglia di dimensioni 20 x 28 circa.






boureki chaniotiko

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Non sono una persona come spesso si sente dire: “sono entrata in cucina all’ età di 3 anni e da allora non sono più uscita”. Io non sono una persona così. In cucina ci sono entrata da ragazza e per necessità. E   la cucina greca non era tra le mie priorità. Avevo tutta una cucina nuova intera da esplorare che a tratti sembrava vicina alla cucina greca,  ma l’impressione era ingannevole. In realtà parecchio lontana, sicuramente  la cucina del nord che ho conosciuto per prima. 
Sono tornata alla cucina greca per nostalgia. Una nostalgia struggente, di sapori e profumi d’infanzia, di atmosfere greche, lontane,  e non solo per la distanza. 

Se in cucina ci sono entrata da ragazza, nei negozi alimentari ci  sono entrata da infante e potessi  passerei  la vita in una drogheria o in un negozio di frutta e verdura, curiosando  tra gli scaffali, annusando  e cercando non so quale ultima novità o folgorata dalla visione di un prodotto dimenticato.
E’ il mio sport preferito, ovunque vada, anche se ho pochissimo tempo, ne trovo sempre sufficiente per andare ai mercati, entrare nei negozi e magari passarci dentro  più tempo possibile, uscendo felice anche se non dovessi compare nulla, ma questo non accade praticamente  mai!!!

foto da qui

E così, chi come me  pratica questo sport e va a Chanià,(Creta)  non se ne pentirà se entra nel mercato comunale, il cuore pulsante della città e uno dei suoi gioielli, costruito a forma di croce con 4 ingressi e  inaugurato dallo statista Eleftherios Venizelos nel 1913. Nei circa 75 negozi che si trovano all’interno, ci si passano delle ore e si possono trovare i formaggi cretesi per preparare questa ricetta.
Ho sostituito i formaggi cretesi con degli altri, e avendo per mia grandissima felicità trovato le zucchine trombetta ho usato queste, sicchè ho italianizzato una tradizionale ricetta cretese! Non male direi!

Ingredienti:
per il ripieno:
-          300 gr. di zucchine (io ho usato le trombetta)
-          300 gr. di patate
-          120 grammi di quartirolo lombardo sbriciolato
-          una manciata generosissima di caciocavallo  a scaglie
-          1 uovo
-          1 tazzina da caffè di latte
-          menta fresca tritata
-          sale
-          pepe nero macinato fresco
-          olio evo per la superficie
-          sesamo
per la pasta:
-          1 tazza da tè di farina per tutti gli usi
-          2 cucchiai di olio evo
-          1 cucchiaio di vino bianco
-          un pizzico di sale
-          circa mezza tazzina di acqua

Procedimento:
Innanzitutto prepariamo la pasta. Versiamo la farina in una ciotola con un pizzico di sale, aggiungiamo l’olio, il vino e l’acqua e impastiamo fino a ottenere un’impasto elastico e soffice. Nel caso risultasse troppo appiccicoso, infariniamo le mani e continuiamo a impastare.
Copriamo l’impasto e lasciamo riposare per mezz’ora.
Tagliamo a rondelle sottili le zucchine e le mettiamo in uno scolapasta salandole leggermente e le lasciamo per mezz'ora. Facciamo lo stesso con le patate.


Oliamo una teglia rettangolare di cm.  26 x 18. Prendiamo la pasta, la dividiamo in due e la stendiamo nelle dimensioni della teglia, una sfoglia un poco più grande.  Stendiamo la sfoglia più grande facendola aderire bene e giriamo verso l’esterno la parte eccedente.  Stendiamo uno strato di zucchine e uno di patate. Aggiungiamo un poco di menta fresca, spargiamo una manciata dei formaggi e maciniamo un po’ di pepe.
Ripetiamo un’altra volta il tutto. Sbattiamo l’uovo con il latte e versiamo sopra. Giriamo i bordi in eccedenza della pasta sul ripieno e copriamo con l’altra sfoglia. Con un pennello oliamo la superficie e spargiamo del sesamo.
Cuociamo a 180 gradi per un’ora.
Servire tiepida o a temperatura ambiente che con il caldo che fa, sempre tiepida sarà.

Nota: non aggiungiamo altro sale, sia per via dei formaggi saporiti, sia per il sale che abbiamo versato sulle zucchine e patate da crude.





pame ghia ouzaki?

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Pame ghia ouzaki? Andiamo per un ouzetto?  La frase si sente spesso, durante tutto l’anno, ma è d’estate che trova il suo apogeo.  Andare per ouzaki è l’attività preferita dei greci che adorano il suo rituale.
Che sia in riva al mare, sul balcone o sul terrazzo di casa, nel kafeneio di montagna, poco importa. L’importante è la compagnia e i mezedes.

Cosa si addice all’ouzo è presto detto. Affumicati, sottaceti, fritti, molluschi, crostacei, salumi con il pastourmas  al primo posto.
Ma bastano  anche  un pomodoro e una manciata di olive.


 la felicità almeno per qualche istante è a portata di mano!



foto: qui e qui

collaborazioni e vlita / βλητα στην Λομπαρντια

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Τα πιο ωραια χορτα τα τρωω στην Ελλαδα.  Και απο ολα τα χορτα αυτα που στην κυριολεξια αγοραζω η παραγγελνω οποτε μα οποτε τα βρω ειναι τα βλητα. Δεν υπαρχει καμια περιπτωση να βρω βλητα στην αγορα η στον καταλογο ταβερνας και να μην τα παραγγειλω. Με τηγανιτα ψαρακια και ενα ποτηρι ασπρο κρασι, στην αυρα διπλα στην θαλασσα, δεν μπορω να φανταστω κατι πιο απλο και πιο  παραδεισιακο.
Το οτι τα βλητα αρεσουν το γνωριζω φυσικα, ποιος ελληνας δεν τα τρωει.  Προφανως ομως δεν αρεσουν μονο στους ελληνες, αρεσουν και στους ξενους, οι οποιοι οταν γυρισουν στην πατριδα τους τα θυμουνται και τα αναπολουν.

Καπως ετσι εγινε και με την Σ., η οποια ζει σε μια πολη της  Λομπαρντια, και οταν γυρισε απο διακοπες στην Ελλαδα μου εγραψε ρωτωντας με εαν μπορουσα να την βοηθησω να καταλαβει τι χορτα εφαγε, μια που στην ταβερνα που τα εφαγε και που ρωτησε της ειπανε απλως “greens”.  Επειδη  δεν ειναι η πρωτη φορα που  μετα απο διακοπες στην ελλαδα  μου γραφουν ρωτωντας με, εφαγα κατι, περιγραφοντας το,  τι  ακριβως ειναι αυτο που εφαγα? Πως το λενε?  Αναρωτιεμαι εαν ειναι τοσο δυσκολο να λεμε τα πραγματα με το ονομα τους. Ειναι φετα παρνασου, ειναι κρητικο απακι, ειναι βλητα, ειναι σαντορινιο ντοματακι, μελιτζανα τσακωνικη κλπ. κλπ. Τα τροφιμα εκτος απο ονομα εχουν και επιθετο. Διαφορετικα, ειναι μια Μαρια μεσα σε χιλιαδες Μαριες. Τελος παντων..... Συνεχιζω.
Απο οπως μου τα περιεγραψε και λογω της εποχης που πηγε στην Ελλαδα, σκεφτηκα οτι ηταν βλητα. Εψαξα και της εστειλα φωτογραφιες και μου το επιβεβαιωσε. Βλητα ηταν. Και πως  και που να τα βρει τωρα στην Λομπαρντια....
Εχοντας την τυχη να εχει γη, μου ζητησε βοηθεια για να βρει τους σπορους.  Εγω τωρα, επειδη παρακολουθω αρκετα το μπλογκ “φιαχνω μονος μου” , της εδωσα το λινκ και της προτεινα να γραψει  στα παιδια και να ζητησει σπορους .  
Αυτο εγινε πριν ενα χρονο περιπου. Πριν λιγες ημερες μου εστειλε τις φωτογραφιες, με μια προσκληση να φαμε βλητα.
Φερνω τηγανιτα ψαρια και τρεχω!!!! Ζουμε και κοντα.


Quando torno in Italia dalla Grecia, immancabilmente sono carica di almeno un valigione in più di quando sono partita. Cibi, soprattutto questi,  ma anche artigianato vario, non riesco a resistere e francamente non voglio neppure farlo.  Paste, salumi, pani, dolci, ma anche formaggi, olio, miele,  semi di girasole, pistacchi, caffè, masticha, di tutto mi porto, di tutto!!! Mi è pure capitato di portare dell’aneto, cosa introvabile a Milano fino a qualche tempo fa.
L’unica cosa praticamente che non porto sono i semi da piantare.  Ma mi sa che farò anche questo d’ora in  poi.
 A causa di S., che è andata in vacanza in Grecia e si è deliziata con un piatto di erbette. Che erbette fossero, non è riuscita a saperlo, dato che alla sua domanda le hanno risposto semplicemente “greens”. Ma che vuol dire greens, quale tipo, quale varietà? 

S. è tornata a casa, ma evidentemente non demorde e quindi mi ha contattato chiedendomi che tipo di erbette fossero quelle che ha mangiato.   Dalla sua descrizione e data la stagione in cui era andata, ho pensato che fossero i vlita, un’ erba della famiglia delle amarantaceae, che in Grecia si usa lessare e condire con sale, olio, limone, di cui sono golosissima e ne mangio quintalate. Insieme a frittura di pesce e un bel bicchiere di vino bianco, in riva al mare con la brezza, è quanto più semplice e paradisiaco si possa immaginare.
Qui invece una versione con il pomodoro.


foto da qui
Ho cercato quindi delle foto, gliele ho segnalate, e lei mi ha confermato che si, erano proprio quelle.  Ma come procurarsele? Personalmente in Italia non le ho mai viste,  non so se si coltivano, sicuramente come prodotto edibile non le ho mai viste.
Visto però che S. per sua fortuna ha della terra, mi ha chiesto come fare per procurarsi i semi da piantare.  Le ho suggerito di scrivere al blog che seguo abbastanza “ftiaxno monos mou” che è il “fai da te” greco e si occupa anche di coltivazioni e giardinaggio.
Lei ha scritto, e a sua conferma i miei compatrioti sono stati gentilissimi e disponibilissimi cosa di cui peraltro non dubitavo minimamente.
Il risultato lo vedete in queste foto, e io ho un invito per mangiare i vlita.

I pesci fritti e il vino li porto io!!!!!!!!




pasta e fagioli estiva / ζυμαρικα με φασολια τωρα που κανει ζεστη

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Τα ζυμαρικα με τα φασολια δεν εχουν μονο την χειμωνιατικη εκδοχη, εχουν και την καλοκαιρινη τους, οταν η ζεστη πιανει για τα καλα και γινεται ανυποφορη, οταν τα φασολια ειναι φρεσκα και τα βρισκουμε στην αγορα, οπως τα βρηκα και εγω και χωρις δευτερη σκεψη τα αγορασα.
Μπορουμε να αντικαταστησουμε το  κοφτο μακαρονακι  που ειναι και το πιο διαδεδομενο για αυτο το πιατο με ταλιατελες, αυτες που περιεχουν αυγα χοντροσπασμενες. Κατα την γνωμη μου και με χυλοπιτες θα ειναι ωραιο, και τωρα που το σκεφτομαι, θα το φιαξω λιαν συντομως με χυλοπιτες, μολις δηλαδη φιαξω χυλοπιτες μια που μου τελειωσαν. :(
Για τον ζωμο, χρησιμοποιησα τον δικο μου ζωμο. Εβρασα το νερο για μερικα λεπτα με ενα κουταλι κυβο, το φιλτραρισα και το αφησα να κρυωσει.
Εαν δεν ειχα τον δικο μου κυβο, θα ειχα φιαξει ενα κλασικο ζωμο με σελινο, καροτο, κρεμμυδι, , ενα δαφνοφυλλο,  μαιντανο,  μια ντοματα, 3 /4 κοκκους μαυρου πιπεριου και αλατι.

Υλικα:
-          500 γρ. φασολια χαντρες φρεσκα, το βαρος εννοειται με τις φλουδες
-          70 γρ. κοφτο μακαρονακι
-          2 ωριμες μεγαλες  ντοματες ξεφλουδισμεντες και ψιλοκομμενες
-          1 σκελιδα σκορδο ψιλοκομμενη
-          1 κρεμμυδι ψιλοκομμενο
-          1 καροτο ψιλοκομμενο
-          1 κλωναρι σελερι ψιλοκομμενο
-          0,750 λιτρο ζωμο λαχανικων
-          φρεσκο βασιλικο χοντροκομμενο
-          1 δαφνοφυλλο
-          αλατι
-          μπουκοβο
-          εξτρα παρθενο ελαιολαδο

 Διαδικασια:
Καθαριζουμε τα φασολια, τα πλενουμε και τα ριχνουμε στον ζωμο με ενα δαφνοφυλλο. Βραζουμε τα φασολια μεχρι να μαλακωσουν.
Ριχνουμε το λαδι στο τηγανι και μαραινουμε σε χαμηλη φωτια τα ζαρζαβατικα. Προσθετουμε την ντοματα και το μπουκοβο, αλατιζουμε ελαφρα  καθοτι ο ζωμος ειναι ηδη αλατισμενος και ψηνουμε για καμια δεκαρια λεπτα. Προσθετουμε τον βασιλικο, ανακατευουμε και τραβαμε απο την φωτια.
Bγαζουμε το δαφνοφυλλο απο τα φασολια, ριχνουμε την σαλτσα  οταν ηδη ειναι μαλακα,  αλλα προσοχη, δεν πρεπει να διαλυονται και αφηνουμε να σιγοβρασουν για μερικα λεπτα. Ριχνουμε στο τελος το κοφτο μακαρονακι, ανακατευουμε και ψηνουμε για τρια τεταρτα του χρονου απο αυτον που αναφερεται  στην συσκευασια του ζυμαρικου.
Εαν δουμε οτι στεγνωνει πολυ, ριχνουμε ακομη λιγο ζωμο.
Αποσυρουμε απο την φωτια  και αφηνουμε μεχρι να κρυωσει.
Απολαμβανουμεκαιδροσιζομαστε!




Confesso che quando posto ricette classiche come questa, mi sento quasi in imbarazzo. Cosa potrei mai dire che non si conosca già dato che non mi sono inventata nulla e propongo una versione estremamente classica?
Il primo pensiero in questi casi di solito è di scriverla  solo in greco  per gli amici greci che mi leggono e non le conoscono e omettere la versione italiana. Ma il mio senso di coerenza grafica  me lo impedisce e quindi eccovi la mia pasta e fagioli estiva, rigorosamente vegan.
 
Ingredienti:
-          500 gr. di fagioli borlotti (il peso si intende al lordo dei  baccelli)
-          70 gr. di pasta formato ditalini
-          2  pomodori maturi, grandi, spellati e tagliati a dadini  piccoli
-          1 spicchio di aglio tritato
-          1 cipolla tritata
-          1 carota tritata
-          1 gambo di sedano tritato
-          0,750 litri di  brodo vegetale
-          basilico fresco, spezzetato
-          1 foglia di alloro
-          sale
-          fiocchi di peperoncino tritato
-          olio evo
Procedimento:
Sbucciamo i fagioli, li laviamo e li versiamo in una pentola con  il brodo e una foglia di alloro. 
Ιο ho usato il mio brodo, versando un cucchiaio di dado nell'acqua e facendo bollire per qualche minuto. Ho lasciato raffreddare e ho filtrato.
Copriamo e lessiamo finché non diventino abbastanza teneri, ma non devono disfarsi, ovviamente. 45 minuti circa di lessatura sono sufficienti.
Mentre i fagioli stanno lessando, prepariamo la salsa. Versiamo dell’olio evo in un tegame e facciamo appassire a fuoco basso il trito di aglio, cipolla, sedano e carota. Uniamo  il pomodoro e il peperoncino, saliamo leggermente visto che il brodo è già abbastanza salato e cuociamo per 10 minuti. Aggiungiamo il basilico, mescoliamo e ritiriamo dal fuoco.
Togliamo l’alloro dai fagioli e versiamo la salsa. Facciamo bollire per qualche minuto e versiamo la pasta. Mescoliamo  e cuociamo per 3 quarti del tempo di cottura della pasta indicata sulla confezione. Ritiriamo dal fuoco e lasciamo intiepidire o raffreddare, secondo i nostri gusti.





bamies al forno / bamies sto fourno

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Pian piano ci arriviamo! Andare per esotismi, sempre più diventa a portata di mano. Così, dopo aver trovato la panna acida, il cremor tartaro, la harissa, il tahin, le foglie di vite,  oltre a una relativamente fornita varietà di salsine e prodotti giapponesi a una esselunga, l’aneto e il finocchietto selvatico al mercato, è arrivata l’ora delle bamies od okra che dir si voglia al mercato.
Finora le bamies le compravo surgelate nei negozi etnici, ma qualche giorno fa le ho trovato belle fresche al mercato. Me l’ aspettavo in realtà che prima o poi sarebbero apparse;  qualche tempo fa avevo visto alla tv una trasmissione che riprendeva la coltivazione delle bamies in Italia, coltivate da un signore asiatico di cui non ricordo la nazionalità.
Insomma, stavo dicendo che le ho trovate ed erano veramente belle. Fresche, sode, verdi quanto basta per indicare uno stato di buona salute e non ho resistito. Ho comprato mezzo kilo per 2 euro.  Anche se hanno dei  nemici fanatici  a causa di una certa loro viscidità e pelosità, hanno anche degli amici appassionati. Io sono appartenuta alla prima categoria da piccola per poi cambiare idea e diventarne fan appassionata da grande.
Le bamies vanno trattate con delicatezza e sapienza per poter esprimersi al meglio. Innanzitutto per pulirle non si taglia il gambo di netto ma si pulisce tutt’intorno, a cono. Poi, vanno fatte “spurgare”. Io ho seguito il metodo madre che non falla mai, cioè le ho esposte al sole spruzzate di aceto. Se non c’è sole, procediamo come segue: le puliamo, le laviamo, e le facciamo bollire per 2 – 3 minuti in una pentola con acqua cui avremmo aggiunto un cucchiaino di sale e 2 di aceto. Se usiamo questo metodo, stiamo poi attenti alla salatura della pietanza. Se viceversa vogliamo evitare il trattamento iniziale, le compriamo surgelate che tanto sono già pulite e saltiamo direttamente alla fase della cottura.
Io le ho sempre mangiate fresche in Grecia e surgelate in Italia, fino a qualche giorno fa che le ho trovato fresche. Non è per ribadire luoghi comuni o far paragoni tra fresco e surgelato , ma fresche sono un’altra cosa. Parola!


Ingredienti:
-          mezzo kilo di bamies
-          2 grandi pomodori maturi spellati  e tagliati a dadini
-          1 tazza di brodo vegetale
-          100 gr. di feta
-          1 peperoncino piccante tritato
-          1 scalogno tritato
-          olio evo
-          sale
Procedimento:
Puliamo le bamies  tagliando il gambo tutt’intorno con un coltello affilato, stando attenti a non tagliare la base che trattiene i semi. Le stendiamo in una teglia e le spruzziamo con dell’aceto bianco. Mettiamo al sole per un paio di ore. Ritiriamo e le laviamo bene sott’acqua corrente. Tamponiamo per asciugare.
Facciamo  appassire lo scalogno in una padella grande.  Aggiungiamo il peperoncino e il pomodoro e facciamo restringere un poco a fuoco basso. Uniamo le bamies, saliamo  e le facciamo insaporire mescolando con delicatezza per non rischiare di romperle. Dopo 3 – 4 minuti, trasferiamo il contenuto della padella in una pirofila. Versiamo sopra la feta sbriciolata e il brodo vegetale. Copriamo con la carta alluminio e inforniamo a 180 gradi per 30 minuti. Togliamo la carta e continuiamo la cottura per altri 20 minuti.
Lasciamo raffreddare e serviamo.


NEK (nea elliniki kouzina)

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chef Ghiorgos Venieris


Si parla molto di moderna cucina greca. In Grecia chiaramente perché nel resto del mondo quando si parla di cucina greca si parla dei soliti 3 piatti, facciamo  pure 10 per quelli più curiosi e informati.
A dispetto dei pochi che se ne accorgono, la cucina greca va avanti, si evolve, sta a passo con i tempi e le tecniche e finalmente, dico finalmente, sta  affrancandosi e speriamo definitivamente  dall’esterofilia quasi al limite dell’idolatria delle cucine straniere, francese e italiana in primis.
Così, molti chef, la maggior parte di quelli che sono riusciti ad affermarsi, tornano alle materie prime locali, affiancandosi al territorio e proponendo piatti di moderna cucina utilizzando prodotti greci di qualità, rivisitando piatti tradizionali o inventandosi dei nuovi di sana pianta!!!
Ed è esattamente  quanto penso sull'evoluzione della cucina greca. 
Finalmente ci stiamo arrivando!


chef Ghiorgos Venieris 





chef Ghiannis Loukakos






chef Chrisanthos Karamolengos



chef Nikos Karathanos



chef Christoforos Peskias



chef Dimitris Dimitriadis


credits: lifo


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