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Channel: mangiare greco - cucina greca con tutte le ricette tipiche
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brasato al vino rosso / μπραζατο σε κοκκινο κρασι

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 Δεν εχει περασει ουτε ενας χειμωνας απο τοτε που βρισκομαι στην Ιταλια, και πιστεψτε με  εχουν περασει αρκετοι....,  που να μην εχω φαει  αυτο τον ενδοξο πιατο απο την περιφερεια του Πιεμοντε, περιοχη που εδωσε μερικα απο τα πιο φημισμενα  προιοντα  της Ιταλικης κουζινας, oπως την ασπρη τρουφα ετσι για να συννενοηθουμε στο αψε σβησε!!! καθως επισης και μερικα απο τα πιο φημισμενα της κρασια. Τωρα ενταξει δεν λεω οτι τα πρωτα χρονια το εφιαχνα. Τα πρωτα χρονια αρκουμην στο να το τρωω.... Ας ειναι καλα ομως  φιλοι και  συγγενεις που μεσα σε τοσα χρονια  με μυησαν στην ιταλικη κουζινα αν και αυτο ειναι μια μεγαλη λεξη οντας τοσο πλουσια και τοσο διαφορετικη απο περιοχη σε περιοχη που αμφιβαλλω αν κανεις  μπορει να πει με σιγουρια οτι γνωριζει την ιταλικη κουζινα απο τον βορρα μεχρι τον νοτο, τελος παντων ας πουμε οτι  γνωριζω τα πιο σημαντικα
Το πιατο  ανηκει σε αυτα που λεμε “alungacottura” δηλαδη  φαγητα  που ψηνονται  για μεγαλο χρονικο διαστημα  και ενδυκνειονται για τον χειμωνα με τα κρυα.
Το συγκεκριμενο φιαχνεται κυριως αλλα οχι απαραιτητα  με το  barolo, ενα κοκκινο ωριμο γεματο και πλουσιο κρασι της περιοχης, και λεγεται ακριβως ετσι,  "brasato al barolo"εαν το φιαξουμε με αυτο το κρασι.
Τωρα στην περιπτωση που δεν το βρισκουμε η  το θεωρουμε  ακριβο για να το χρησιμοποιησουμε για μαγειρεμα παιρνουμε ενα αλλο κοκκινο κρασι, αλλα οπωσδηποτε ενα καλο κρασι μια  ειναι το μοναδικο υλικο περα απο το κρεας.
Οσον αφορα το κρεας, το βοδινο κατα την γνωμη μου ειναι το καλυτερο, σιγουρα δεν χρησιμοποιουμε προβειο, προσωπικα εχω ενδοιασμους και ως προς το μοσχαρι. Η σπαλα ειναι ενα καλο  κομματι   για αυτο το πιατο.
Yλικα:
-          1 kg  κρεας βοδινο  (σπαλα)
-          750 ml κοκκινο κρασι / διαλεγουμε ενα πλουσιο και ωριμο
-          1 καροτο
-          σελερι
-          1 ασπρο κρεμμυδι κομμενο στα τεσσερα
-          1 ματσακι  αρωματα (φασκομηλο, θυμαρι, δαφνη, δεντρολιβανο)
-          λιγους κοκκους  γιουνιπερους*
-          λιγους κοκκους πιπερι
-          2 γαρυφαλλα
-          αλατι
-          λιγο αλευρι
-          4 κουταλιες λαδι
-          4 κουταλιες βουτυρο
Διαδικασια:
Βαζουμε το κρεας σε πηλινο σκευος με το καροτο και το σελερι χοντροκομμενα, το κρεμμυδι κομμενο στα τεσσερα, τα αρωματικα, τα γαρυφαλλα,  τους κοκκους γιουνιπερους και πιπεριου. Ριχνουμε επανω το κρασι μεχρι που να σκεπασει το κρεας, το σκεπαζουμε και το τοποθετουμε σε δροσερο μερος.  Εαν το σπιτι ειναι πολυ ζεστο, το βαζουμε στο ψυγειο. Το αφηνουμε  για τουλαχιστον 12 ωρες.
Την επομενη ημερα βγαζουμε το  κρεας απο το κρασι και το σκουπιζουμε με χαρτι κουζινας.  Σε σκευους βαζουμε το λαδι και το βουτυρο και οταν καψουν τοποθετουμε το κρεας πασπαλισμενο  με λιγο αλευρι. Το τσιγαριζουμε  σε ζωηρη φωτια   μεχρις οτου παρει ενα ωραιο ροδοκοκκινο χρωμα.    Ψιλοκοβουμε τα καροτα, το κρεμμυδι και  το σελερι και τα προσθετουμε μαζι με το κρασι φιλτραρισμενο στο κρεας.    Αλατιζουμε και σκεπαζουμε το σκευος. Ψηνουμε σε πολυ σιγανη φωτια για  3 ωρες περιπου.
Βγαζουμε το κρεας  το βαζουμε σε ενα πιατο και  περναμε  την σαλτσα στο μπλεντερ. Ξαναβαζουμε  το κρεας και την σαλτσα στο σκευος και συνεχιζουμε το ψησιμο για ακομη μιση ωρα.  Σερβιρουμε  συνοδευοντας με πουρε πατατας η ακομη καλυτερα με μια αχνιστη πολεντα.

*δεν γνωριζω πως λεγεται στα ελληνικα, το ειπα γιουνιπερους αφου εψαξα μεσω ιταλικων την επιστημονικη του ονομασια αλλα δεν βρηκα μια ελληνικη εκδοχη. Τωρα φυσικα οχι οτι ειναι και απαραιτητο, αυτο ελειπε, εδω το εντελως απαραιτητο ειναι το κρασι!!!!  Να,  απλως δινει  μια χαρακτηριστικη νοτα.


Della serie “cosa avete mangiato a Natale” ecco un piatto che raramente manca alla mia tavola, non dico necessariamente a Natale, ma sicuramente d’inverno.  A memoria di donna, la mia cioè, non è passato inverno da che sono in Italia che non abbia mangiato questo glorioso piatto. Dico mangiato, non cucinato, perché per parecchi anni l’ho mangiato senza cucinarlo! Non finirò mai di ringraziare tanti amici che nel corso degli anni mi hanno trasmesso alcuni fondamentali della cucina italiana quale considero questo.
Sempre accompagnato da polenta fumante che è la morte sua!
Ingredienti:
-          1 kg di carne bovina (cappello da prete)
-          1 bottiglia di un buon vino rosso corposo,magari il barolo!
-          1 carota
-          1 gambo di sedano
-          1 cipolla tagliata a 4
-          un mazzetto di aromi (salvia, timo, alloro, rosmarino)
-          qualche bacca di ginepro
-          qualche grano di pepe nero
-          2 chiodi di garofano
-          sale
-          un poco di farina 00
-          4 cucchiai di olio evo
-          4 cucchiai di burro
Procedimento:
Mettiamo la carne in un recipiente di terracotta.  Uniamo le verdure tagliate a pezzi grossi, gli aromi, le bacche di ginepro, i chiodi di garofano e i grani di pepe. Versiamo sopra il vino e copriamo. Lasciamo macerare per almeno 12 ore in luogo fresco. Scoliamo la carne e spargiamo  sopra un filo di farina. Mettiamo in un recipiente (meglio di terracotta) l’olio e il burro e rosoliamo la carne a fuoco vivace finchè non ha preso un bel colore. Filtriamo il vino (che teniamo) e tritiamo le verdure. Le aggiungiamo alla carne e versiamo sopra il vino. Saliamo e copriamo. Lasciamo cuocere per circa 3 ore. Togliamo la carne che sistemiamo in un piatto e frulliamo le verdure. Rimettiamo la carne insieme alle verdure a lasciamo cuocere ancora per una mezz’ora. 




il piatto più importante che non appare nel menù

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Mangiano tutti insieme. Lo chef, i sous chef, gli aiutanti, i camerieri e i lavapiatti,  si siedono  a tavola  alle 19.00, cioè un’ora e mezza prima dell’apertura del ristorante, dopo che hanno finito con i preparativi e   apparecchiato una tavola della sala per consumare tutti insieme il pasto che dovrà sostenerli per tutta la serata di duro lavoro che li attende.
Mangiano  tutti insieme per legare, fare gruppo, ingrediente indispensabile alla buona riuscita di un ristorante, scegliendo  ricette della tradizione, famigliari a tutti, a volte con qualche variazione di ingredienti o tecnica. Il dolce rigorosamente una volta alla settimana per non appesantirli  visto  che devono  poi lavorare sodo e scattare.
La tavolata del team  di Aleria (noto ristorante di Atene)  è composto da 11 persone, dal proprietario al responsabile delle pulizie.


Zuppa di pollo con vegetali e noodles  aromatizzata con lemon grass, coriandolo fresco e zenzero (la ricetta è per 4 persone)

Ingredienti:
-          4 fusi di pollo
-          200 gr. di sedano rapa
-          150 gr. di carote
-          150 gr di zucchine
-          1 cipolla
-          3 cipollotti
-          2 spicchi di aglio
-          2 fili di lemon grass
-          100 gr. somen noodles (in alternativa capelli d’angelo)
-          30 gr. di zenzero (immagino fresco)
-          3 pomodori
-          3 cucchiai di salsa di soia
-          succo di limone
Procedimento:
In una pentola mettiamo i fusi di pollo con la cipolla, l’aglio e i pomodori. Aggiungiamo acqua fino a coprire tutto. Facciamo bollire lentamente per 1 ora e mezza e filtriamo tenendo soltanto il brodo e i fusi di pollo. Rimettiamo il brodo nella pentola e uniamo il sedano rapa, le carote e le zucchine tutto tritato dai fori grossi della grattugia e facciamo bollire ancora per 10 minuti. Aggiungiamo i noodles e continuiamo per altri 10 minuti. Ritiriamo dal fuoco e aggiungiamo il lemon grass e lo zenzero, lasciamo insaporire per 10 minuti e li togliamo. Infine aggiungiamo i cipollotti tritati fine, il succo di limone, la salsa di soia, il coriandolo e la carne del pollo. Controlliamo il sale e serviamo.

credits: lifo.gr

mini cake capovolti alle clementine

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Escluse le ricette della memoria, la mia si intende, ed esclusi anche  libri e  riviste, ho alcuni siti di riferimento quando vado a caccia di nuove ricette dal sapore greco da proporre.  Spulciando quindi tra le centinaia di blogs, di siti di cucina, di riviste online e chi più ne ha più ne metta,  di recente ho scoperto questo bel sito che di meriti ne ha tanti.  Mi piace il linguaggio a volte leggermente ironico e giocoso, mi piace la grafica, ma soprattutto mi piace chi ci scrive.  Autori già presenti nel mio blogroll che andavo a trovare separatamente, ora me li ritrovo tutti insieme! Grande bellezza!!!

L’autore ha preparato la ricetta con dei mandarini raccolti da un albero nel bel mezzo del centro di Atene e condivide  con i suoi lettori il  “colpevole segreto” rivelando pure il luogo del delitto!!! Se vi trovate quindi ad Atene in pieno inverno e volete dei mandarini aggratis fatemi un cenno e io ve lo dico!

Per la mia ricetta ho usato clementine comprate anziché mandarini raccolti, ho preparato la metà della quantità dimezzando le dosi e per lo sciroppo ho usato spremuta di arancia anziché di clementine per timore che il risultato fosse più dolce del dovuto e ho fatto bene!
Il baking powder credo che ormai si trovi abbastanza facilmente  anche in Italia in Grecia a mia memoria c’è sempre stato ed ecco la dimostrazione da  una foto d’antan!
La ricetta originale si trova nelHuffington Poste questa è  la nota greca che non riuscivo a trovare! Arianna!


Ingredienti per 8 stampini:
-          115 gr. di burro a temperatura ambiente
-          115 gr. di zucchero semolato
-          115 gr. di farina 00
-          1 cucchiaino di baking powder (lievito chimico)
-          1 uovo a temperatura ambiente
-          la scorza di una clementina grattugiata
-          una tazzina da caffè di zucchero bruno
-          8 fette di  clementina
-          burro per imburrare gli stampini
Per lo sciroppo:
-          mezza tazza da thè  di spremuta di arancia
-          mezza tazza da thè  di zucchero  semolato
Procedimento:
Sbucciare un paio o più di  clementine, tagliarle orizzontalmente e ricavare 8 fette di circa mezzo centimetro   o  poco più cercando di mantenerle più integre possibile.  Gli spicchi tendono a separarsi perciò  gustare in loco quelle che non  vengono bene. Ricavate le fette, accendere il forno e imburrare gli stampini.
Lavorare nel mixer o in una ciotola a mano il burro con lo zucchero (volendo si può ridurlo a farina nel cutter) e quando sarà soffice incorporare l’uovo. A seguire la scorza grattugiata e la farina setacciata con il baking powder.
Versare un poco di zucchero bruno sul fondo degli stampini e sistemare una fetta di mandarino. Il metodo tatin per intenderci!!! Riempire con l’impasto gli stampini a ¾ e infornare a 180 gradi per circa 20 minuti.
Nel frattempo preparare lo sciroppo facendo bollire la spremuta con lo zucchero  finchè quest’ultimo non si sciolga del tutto e lo sciroppo non addensi leggermente.

Togliere dal forno i mini cakes e cercare di  estrarli dagli stampini senza procurare grandi danni.   Sistemarli su una gratella e  metterla  dentro una teglia o su un piatto grande. Versare lo sciroppo caldo, lasciare che assorba.


una zuppa bollente per la prima mattina dell'anno nuovo

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Fossimo al giorno d’oggi parleremmo di hangover e come combatterlo.  Fossimo al giorno d’oggi ci saremmo procurati un  gran mal di testa festeggiando l’anno nuovo in   qualche rooftop lounge o in qualche underground club. Ad Atene  o a Milano o in qualche altra grande città, poco cambia, tutto si trova ovunque allo stesso medesimo modo  e non penso di esagerare.
Così non era ovviamente fino a qualche tempo fa, anche se  il  hangover c'era eccome, e la maggior parte degli ateniesi festeggiava a casa di amici o parenti. La lunga notte cominciava intorno alle 21.00 con una cena importante che si protraeva fino  alla mezzanotte quando allo stappo della bottiglia  i baci e gli auguri seguiva il taglio della vassilopita e poi si passava alle carte.
Se si era radunati in una grande casa   dalla sala da pranzo ci  si  spostava  al salotto dove erano allestiti dei tavolini pronti per i giochi più svariati. Dal poker al bridge alla scala quaranta al tresette, qualsiasi gioco andava bene per cercare di avere  un segnale  di fortuna che  ci avrebbe accompagnato per tutto l’anno nuovo.
La notte era lunga e faticosa,  l’alcool  abbondante.  Si arrivava stremati alla mattina dove tra la l’insonnia e l’alcool non si vedeva l’ora di andare a casa a dormire.  Proprio a quel punto arrivava una zuppa bollente per  ristorare e segnare la fine della festa.
La zuppa poteva essere di qualsiasi tipo. Io ho pensato di proporre questa  seguendo il principio omeopatico "similia similibus curantum"l!!!!
La ricetta l’ho vista parecchio tempo fa al blog amico di Stavros che a sua volta l’ha vista qui e ognuno qualcosa ha modificato!
Con questa auguro a tutti un  Anno  Nuovo felice, sereno, prospero, sperando che i desideri di ognuno vengano esauditi stando attenti a cosa desiderare perché come disse il saggio “attento ai desideri che esprimi, potrebbero anche realizzarsi”!



Ingredienti:
per 8 persone:
-  2 patate tagliate a cubetti
-  2 carote tagliate a cubetti
-  3 gambi di sedano tagliati a cubetti
-  qualche fiore di cavolfiore
-  1 litro e mezzo di brodo di  pollo
-  1 cucchiaino di salsa worcestershire
-  pepe nero macinato fresco
-  sale
-  una manciata abbondante di parmigiano grattugiato
-  150 gr. di fontina tagliata a cubetti
-  1 bottiglia di birra scura
Procedimento:
Mettere le verdure a bollire nel brodo di pollo. Quando si saranno ammorbidite frullare con il frullatore a immersione e aggiungere la  salsa worcestershire, il sale (con moderazione) il pepe e lasciare bollire lentamente per circa un’ora  finchè  il volume non si riduce a metà.  Unire i formaggi e la birra. Cuocere finchè i  formaggi non siano completamente amalgamati e servire immediatamente.




stelle e previsioni / αστρα και προβλεψεις

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Καλη χρονια σε ολους!  Αφου διαβασαμε τα ζωδια μας και ειδαμε τι μας επιφυλασσουν τα αστρα, για να δουμε τι γινεται και με τα υπολοιπα!!!Τι  επιφυλασσει το 2014? Κατ αρχην την Ελλαδα και την Ιταλια να εχουν διαδοχικα  την προεδρια της  Ε.Ε.  Εδω δεν γινονται προβλεψεις, εχω φυσικα τις ιδεες μου απο οικονομικη και πολιτικη αποψη αλλα τις κραταω για τον εαυτο μου! Αυτο ελειπε και να τις διατυμπανισω!!!!!


Μετα, επιφυλασσει τους προσωπικους μας στοχους. Εγω εβαλα μονο δυο για να τους πετυχω και τους δυο. Ο ενας ειναι να κανω ραννινγκ στο παρκο κοντα στο γραφειο! Για αρχη 3 φορες την εβδομαδα και μετα βλεπουμε. Τον αλλον στοχο τον κραταω για τον ευατο μου!!!

Μετα, εχουμε τις γαστρονομικες τασεις.  Η πρωτη, κατευθειαν απο το Λονδινο, εκει που εξαλλου μαζι με την Νεα Υορκη δημιουργουνται οι τασεις  που γινονται μοδα μετα, προβλεπει οτι θα ασχοληθουμε πολυ με το κοτοπουλο.  Γεμιστο, καραμελωμενο, ψητο, αρκει να ειναι κοτοπουλο και να εχουμε φαντασια!
Η δευτερη ειναι το τσαι.  Καιρος να αναθεωρησουμε την ιδεα οτι ειναι  μονοτονο, προωρισμενο για μεσιληκες  κυριες σε πορσελανινα φλυτζανια διακοσμημενα με τριανταφυλλα.  Τσαι για ολους  και  ενω περιμενουμε πλετωρα απο  tea bar,  οι σεφ  ηδη το εχουν σαν υλικο φετιχ και οι γαστροδημοσιογραφοι το αποθεωνουν!
Το street food θα μας συνοδευσει και το 2014. Νομιζαμε οτι το εξαντλησαμε, αλλα μαλλον καναμε λαθος και βιαστηκαμε στα συμπερασματα.
Οι ελπιδες μας  εντωμεταξυ  ειναι οτι στα must του 2014 θα ειναι και το παστραμι. Οχι τιποτε αλλο αλλα βαρεθηκαμε  να πρεπει να πηγαινουμε στο εξωτερικο για να το βρουμε!!!!
Αλλη μια ταση απο το Λονδινο,  το κρασι βγαινει απο τα wine bar και κατεβαινει  στον δρομο! Street wine λοιπον? Για να δουμε....
Ολο το αρθρο εδω.

Προς το παρον και πριν ασχοληθω με κοτοπουλα, καλα κατι  ηξερα που εβαλα ενα γεμιστο κοτοπουλο για τα Χριστουγεννα!!!, να μια αλλη συνταγη για να κλεισουμε τις γιορτες και να σταματησουμε τις κραιπαλες , ευκολη και γρηγοροτατη. Την συνταγη την πηρα απο την Corriere della Sera.
Yλικα:
-          150 gr. αλευρι για ολες τις χρησεις
-          125 γρ. παρμεζανα λεπτοτριμμενη
-          125 γρ. βουτυρο σε θερμοκρασια δωματιου
-          1 κροκο
-          ελαχιστο αλατι
Διαδικασια:
Δουλευουμε το αλευρι με την παρμεζανα και το αλατι, προσθετουμε τον κροκο και το βουτυρο μαλακο αλλα οχι λειωμενο.  Δουλευουμε με ελαφρες  κινησεις το μειγμα μεχρι να ενσωματωθουν τα υλικα και να γινουν ζυμη. Σχηματιζουμε μια μπαλα και τοποθετουμε στο ψυγειο για μιση ωρα. Ανοιγουμε την ζυμη σε παχος 3 μμ. Κοβουμε με φορμες στο σχημα που επιθυμουμε και τοποθετουμε  σε χαρτι φουρνου.  Ψηνουμε στον φουρνο για περιπου 10 λεπτα στους 180 βαθμους.


Buon Anno a tutti! Che ne sarà di noi??? Fioccano le previsioni e in attesa di stare a vedere cosa succederà, io ho scopiazzato sfacciatamente le nuove tendenze gastronomiche e propongo  le previsioni italiane agli amici greci e quelle greche agli amici italiani salutando così l’anno greco/italiano della  presidenza  U.E.

La nuova estetica spazza via  noiosi servizi di porcellana e lascia spazio a piatti di coccio, scodelle di ferro smaltato, mentre vasetti di vetro si riciclano per servire il drink.
No recipe: La semplicità in tutta la sua grandezza. Non lasciatevi prendere la mano da ricette complicate, cercate il miglior ingrediente possibile e lasciatevi guidare da questo cercando di far emergere le sue note caratteristiche manipolandolo meno possibile.
Pickles: Verdure sott’aceto o in salamoia, ma anche frutta, tanti vasetti da conservare, aprire e sgranocchiare sul divano, davanti alla tele, con gli amici o da soli e io qui vado a nozze!
Il hot dog fa tendenza anche quest’anno.  Proposto in grande varietà di pane e di carne resta l'indiscutibile confort food da cercare dopo una giornata faticosa.
Il caramello è il nuovo cioccolato. Arricchito con full fat burro e aromatizzato con la vaniglia, si abbina con il cioccolato, la frutta, il sale, e si siede trionfalmente al trono delle nuove tendenze.
Dopo l’umami, il kokumi, il sesto gusto!?  Il termine (giapponese anche questo)  indica quelle sostanze che non hanno un sapore autonomo proprio, ma servono a esaltare il sapore di altri cibi.
Il pop corn. Bollito in brodo vegetale e frullato successivamente, diventa una crema dal sapore ricco da servire come zuppa o come purè per accompagnare carni bianche o  verdure.
Lo yogurt profumato di fumo di paglia. Fattibile ormai grazie al metodo dell' affumicatura a freddo.

L’articolo originale qui.

In attesa quindi di incorporare le nuove tendenze, ho fatto questi biscotti da una ricetta presa dal Corriere della Sera. Secondo me un po’ di peperoncino ci sta da dio, ma non la replico a breve, mi sono rimessa a dieta!!!
 Ingredienti:
-          150 gr. di farina 00
-          125 gr. di parmigiano grattugiano fine
-          125 gr. di burro  ammorbidito a temperatura ambiente
-          1 tuorlo
-          un pizzico di sale
Procedimento:
Lavorare la farina con il parmigiano e il sale, incorporare il tuorlo e il burro.  Formare una palla e mettere l’impasto nel frigo per  mezz’ora. Togliere da frigo  e stendere a circa 3 mm. di spessore. Tagliare nella forma desiderata e sistemare su carta forno. Infornare per circa 10 minuti a 180 gradi.




saraglakia

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Il re Ottone non arrivò in Grecia da solo.   Come ci informa Anna Dereka, arrivò accompagnato da un esercito visibile composto da 4.000 soldati bavaresi  e uno stuolo  invisibile di cui non conosciamo il numero preciso che  diventò l’esercito dei funzionari statali di provenienza bavarese. Sappiamo che il suo confessore era  suo connazionale   così come il suo cuoco. Oggi sappiamo che anche il pasticcere della corte non aveva un nome greco ma si chiamava Federico Unger,  e aveva il titolo di “Pasticcere di Corte di Sua Altezza Reale, Re di Grecia”.
Federico Unger arrivò a Nafplio (prima capitale del neostato) presumibilmente agli inizi del Febbraio  del 1833 dato che il 6 di Febbraio dello stesso anno  sbarcò  il giovane re e subito con fare teutonico si mise a indagare sulla pasticceria locale.
“Subito dopo il mio arrivo a Nafplio ho cominciato a visitare le pasticcerie del luogo, e  mi è stata consigliata la pasticceria di Leris come la migliore non solo di Nafplio, ma della Grecia intera. E difatti, durante i viaggi che feci successivamente nel Peloponneso, nella Grecia centrale, nelle isole dello Ionio e nelle Cicladi, mi sono persuaso che la fama corrispondeva a vero e che tra i ciechi regna chi ha un occhio solo”racconta in un raro libro che è stato battuto al Dorotheum di Vienna, con il titolo “la pasticceria dell’Oriente” e scritto in tedesco gotico.
Il libro è illustrato da mano esperta e raffigura interni di pasticcerie  ateniesi, di Istanbul, di Smirne e anche  venditori ambulanti di bibite e dolciumi e di seguito qualche stralcio della descrizione della pasticceria Dimitrios Leris di Nafplio.


venditore ambulante di halvas

venditore ambulante di salepi

















“….. Nella parte anteriore della parete divisoria di legno ci sono degli scaffali e davanti una bilancia con attaccato un tavolo con una teca di vetro.  Qui si espone quello che si produce nella parte posteriore, mentre sciami di  mosche ronzano intorno. Gli scaffali ospitano vasi di vetro pieni di cotognate e dolci sciroppati di rose, amarene, scorze di cedro e arancia, albicocche e pesche, pere e noci, ma anche qualche biscotto europeo con le mandorle.
Sul tavolo, oltre a quanto testè descritto, ci sono dei piatti con il baklavas e una sorta di pasta con delle briciole di qualche impasto. Con ciò, possiamo affermare di aver esaurito più o meno il catalogo della pasticceria greca.
Qualcosa viene prodotto anche su ordinazione, ma non differenzia molto  da quanto esposto nella pasticceria di Leris.
Oltre i dolci, questi negozi  offrono anche del caffè, cioccolato, punch, limonata, latte di mandorle e gelato e sono molto frequentati. Il gelato è abbastanza buono e costa poco. Nella calura estiva dà un grande sollievo…….”
Sono sicura che il “saraglì” o “saraylì” Unger l’abbia visto e magari anche mangiato. Lungo e pieghettato nella sua forma tradizionale, io ho preferito la versione piccola da cui anche il diminutivo "saraglakia"!
  


Ingredienti:
-          4 fogli di pasta fillo imburrati con burro fuso
-          1 ½   tazze da thè di noci e  mandorle  sgusciate e pestate  nel mortaio
-          4 cucchiai di pangrattato
-          cannella e chiodi di garofano in polvere
-          3 cucchiai colmi di zucchero semolato
-          1 tazzina da caffè di burro fuso
-          pistacchi tritati
Per lo sciroppo:
-          1 tazza da thè di zucchero semolato
-          ½ tazza da thè di acqua
-          qualche goccia di limone
Procedimento:
Scongelare la pasta e separare  4 fogli.  Prendere due e sovrapporre l’uno sull’altro. Fare lo stesso con gli altri due.  Mescolare la frutta secca, il pangrattato, le spezie e lo zucchero semolato e distribuire il ripieno sui fogli sistemandolo per la lunghezza  e vicino a una delle estremità  formando una sorta di salsicciotto,  lasciando 1 cm. di spazio ai lati. Piegare i lati sul ripieno e arrotolare stretto.  Spennellare del burro sul punto di chiusura per sigillare la pasta,  tagliare con un coltello affilato a pezzi  di circa 5 cm. e sistemarli su una teglia imburrata. Spennellare con del burro fuso e infornare per 15 minuti a 180 gradi.
Preparare lo sciroppo mettendo a bollire tutti gli ingredienti per 6 – 7 minuti.  Togliere la teglia dal forno e  versare lo sciroppo caldo. Lasciare che assorba. Spargere sopra dei pistacchi tritati.




branzino a doppia cottura

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Il Pireo è tappa praticamente obbligatoria per chi decide di andare in vacanza in qualche isola greca.  Forse qualcuno vuole e riesce a dare un occhiata alla città e non accontentarsi di saltare sul traghetto appena  messo piede. In quel caso probabilmente si è fatta  un’idea del Pireo odierno, dei suoi cittadini, della vita nel più grande porto del paese che non è tanto diversa da un qualsiasi città portuale moderna.
Altro spettacolo  si offriva invece per chi vi sbarcava nel diciottesimo secolo. I visitatori aumentavano ma il Pireo non era in grado di trattenerli. D’altronde aveva  ben poco da offrire e la vista in lontananza di Acropolis attraverso gli uliveti spingeva tutti a partire subito.

Richard Chandler che visitò il porto nel 1765 racconta:
“… siamo partiti nel pomeriggio con il vento in poppa e la sera abbiamo attraccato al famoso porto. La mattina prestissimo sono saliti sulla nave alcuni greci  avvisati  del nostro arrivo dal capitano. Il vino ha cominciato a fluire abbondante e il loro incontro si è festeggiato bevendo, cantando e danzando, come usa questa gente così vitale. Li abbiamo lasciati e siamo scesi al porto. Dalle finestre della dogana abbiamo visto l’Acropolis e il tempio di Atena.
Un gran signore ateniese  avvisato precedentemente, è arrivato  intorno a mezzogiorno accompagnato da  un servitore e un frate cappuccino del monastero francese di Atene. Hanno portato dei cavalli e dopo il tramonto del sole siamo partiti per la volta della città. A metà strada ci siamo fermati per riposare.
Un contadino ci ha offerto della bellissima uva che abbiamo mangiato con gran piacere. Un altro che portava un otre di pelle sulle spalle ha tirato su dell’acqua da un pozzo e ci ha dato da bere.
Tra i vigneti ci sono cisterne pubbliche per irrigare gli alberi e gli orti, controllati  dai proprietari. L’acqua  si paga a ore e il prezzo sale o scende secondo la disponibilità…..”

pescatori al Pireo - 1750 
Un altro viaggiatore in una pubblicazione londinese del 1820 racconta:
“….Sulla spiaggia sono stati edificati la dogana, qualche casa e una chiesa greca. Siamo entrati in una stanzetta vicino alla chiesa e abbiamo consumato un bel pranzo con alcuni pesci appena pescati….”

credits: koutouzis


Tagliare a julienne dello zenzero fresco e tostarlo a secco in una padella antiaderente. Tagliare a julienne delle zucchine e unirle allo zenzero. Dopo qualche minuto  ritirare dal fuoco e versare in una pirofila. Salare e mescolare.
Pulire, squamare e lavare i pesci.  Mischiare del sale e del pepe macinato fresco e spalmare l’interno della pancia. Inserire una foglia di alloro e un rametto di origano fresco.
Oliare con qualche goccia di olio evo la bistecchiera e arrostire i pesci per 5 minuti  da ogni lato. Adagiarli nella teglia con le zucchine, irrorare con dell’olio evo  e infornare per 10 minuti a 180 gradi.



mantì, raviolo d'oriente

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Il carattere della cucina greca moderna, quella che conosciamo tutti, non può prescindere dal grande contributo delle minoranze greche che si stabilirono nel paese partendo dall’Asia Minore dal 1923 in poi. Quello che portarono si è sposato con quello che trovarono, definendo i tratti della cucina greca odierna.
La comunità che viveva in Cappadocia  che era  considerata il granaio del Medio Oriente, era basata sui cereali: pane, bulgur, semolino, trachanas, pasta, pites, mantì e sui legumi. La carne fresca era un lusso per pochi e per qualche occasione particolare. Le massaie preparavano kavourmas, soutzouki e pastourmas (salumi molto speziati) e li usavano per cucinare  piatti di legumi e zuppe. Il latte e i suoi derivati abbondavano: burro, yogurt, airan, formaggi, kaymaki.  Ogni famiglia aveva i suoi polli e il suo orto ed era in grado di procurarsi direttamente pollame, uova e vegetali. Le verdure si conservavano essiccandole o mettendole in salamoia. L’olio di oliva era sconosciuto dato che la regione non era adatta alla coltivazione dell’ulivo. Per cucinare usavano il grasso animale, grasso che usavano anche per i dolci. L’olio che usavano per friggere pesci di fiume era olio di lino e di sesamo. La regione abbondava di alberi di frutta secca che usavano abbondantemente per i piatti salati e i dolci.

I mantì arrivarono con loro ed ecco una versione simile nella sostanza ma diversa nella forma da questa che avevo postato qualche tempo fa.

Nota: la foto di mezzo, dei mantì crudi,   l’ho presa daqui.



Ingredienti: (per 3 - 4 persone)
Per la pasta:
-          2 tazze da tè di farina per tutti gli usi
-          1 uovo
-          circa mezza tazzina da caffè di acqua
-          1 cucchiaino di olio evo
-          1 pizzico di sale
Per il ripieno:
-          200  gr. di carne trita (vitello,  manzo, agnello o anche mista. Io ho usato il manzo)
-          1 cipolla bionda tritata
-          una tazzina da caffè di vino bianco secco
-          prezzemolo tritato
-          sale, pepe nero macinato fresco
-          3 – 4 cucchiai di olio evo
Per la salsa:
-          1 vasetto di yogurt naturale, intero
-          1 spicchio di aglio tritato
-          sale, pepe nero
-          1 cucchiaio di olio evo
-          qualche goccia di limone
Per la cottura:
-          brodo di carne
-          burro
Procedimento:
Per prima cosa prepariamo un brodo di carne come Dio comanda. Se non abbiamo il brodo di carne meglio fare un’altra cosa.
E mentre il brodo sta bollendo, prepariamo la pasta.
Il procedimento lo sappiamo: farina a montagna con buco in mezzo, uovo, acqua e olio. Impastiamo tutto per bene e lasciamo riposare per almeno mezz’ora.
Ripieno: Mettiamo due cucchiai di olio in una padella e a fuoco vivo facciamo rosolare la carne.
In un’altra padella con qualche cucchiaio di olio facciamo appassire la cipolla. Versiamo la carne nella padella della cipolla, versiamo il vino e lasciamo evaporare. Saliamo, maciniamo del pepe, uniamo il prezzemolo, mescoliamo e ritiriamo dal fuoco.
Mentre il ripieno raffredda, tiriamo la sfoglia a circa 2 mm di spessore e la tagliamo a quadretti di cm 5 x 5.
Mettiamo un poco di ripieno in ogni quadrato di pasta e uniamo pizzicando  le estremità in modo di formare una barchetta.
Imburriamo una teglia e sistemiamo in fila ordinata i mantì. Spargiamo sopra qualche fiocchetto di burro qua e là e inforniamo a 180 gradi per circa 20 minuti.
Quando i mantì si saranno un po’ colorati, versiamo sopra del brodo quanto basta per coprirli e continuiamo la cottura per circa 1 ora. Alla fine i mantì devono restare asciutti.
Prepariamo la salsa mescolando tutti gli ingredienti, versiamo sui mantì e serviamo.



  


barrette cioccolato e tahini/οι ραβδοι της Πηνελοπης

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Οι ραβδοι της Πηνελοπηςσε ελευθερη μεταφραση η πως χαλαει μια διαιτα με το που αρχισε!  Αχ Πηνελοπη, Πηνελοπη..... Αν σε ειχα μπροστα μου κανονικα θα επρεπε να σου τις βρεξω!!!! :)
Αντε βρε, χαλαλι σου!!!! Και ας ελειωσα μετα στον διαδρομο για να καψω τις θερμιδες..... Να φανταστεις οτι το εφαγα ολο μονη μου, εκτος απο ενα μικρο κομματακι!!! Ευτυχως που ειχα προνοησει και ειχα φιαξει μικρη ποσοτητα.

Λειωνουμε σε μπαιν μαρι 100 γραμμαρια σοκολατα κουβερτουρα 70%  με ενα κουταλακι εξτρα παρθενο ελαιολαδο. Προσθετουμε 100 γραμμαρια ταχινι και ενα κουταλι ζαχαρη αχνη. Τραβαμε απο την φωτια και προσθετουμε μια χουφτα αποξηραμενα μυρτιλλα  που εχουμε μουλιασει  σε μαρσαλα ημιγλυκο και μετα στραγγισει, και μια χουφτα φουντουκια χοντροκοπανισμενα.  Ανακατευουμε και ριχνουμε  σε ταψακι που εχουμε ντυσει με μεμβρανη.  Υψος καπου 2 εκατοστα, δηλαδη στην προκειμενη περιπτωση μιλαμε για ταψακι  12  επι 12! Στρωνουμε  την επιφανεια με ενα βρεγμενο κουταλι, μπορουμε να το βρεξουμε και με το μαρσαλα, και βαζουμε στο ψυγειο  μεχρι να σφιξει καλα.  Δεκα λεπτα πριν σερβιρουμε η καταβροχθισουμε μονοι μας  βγαζουμε απο το ψυγειο, αφαιρουμε την μεμβρανη και κοβουμε σε ραβδακια.




O come si rovina una dieta appena iniziata!!! Come ho scritto anche nella versione greca, se avessi davanti a me la Penelope gliele suonerei di santa ragione!!! :)  Perché è un dolcetto delizioso e facilissimo da fare e con altrettanta facilità si mangia, cosa che è accaduta…. da copione!  Ho cominciato assaggiando un boccone e ho finito mangiandolo praticamente tutto.  Fortuna che avevo fatto una piccola quantità.  

Mettere in ammollo un pugnetto di mirtilli secchi ammollati nel marsala semisecco.  Pestare grossolanamente nel mortaio un pugnetto di  nocciole. Sciogliere a bagnomaria 100 gr. di cioccolato fondente 70% con un cucchiaino di olio evo. Unire 100 gr. di tahini e un cucchiaio di zucchero a velo. Mescolare e ritirare dal fuoco. Scolare i mirtilli e unirli insieme alle nocciole al cioccolato. Rivestire con pellicola trasparente uno stampino (nel mio caso 12 x 12) e versare il composto. Livellare con un cucchiaio bagnato (volendo anche nel marsala) e mettere in frigo finchè non rassodi bene. Qualche minuto prima di mangiare togliere  dal frigo e tagliare a barrette nelle dimensioni desiderate.

I mirtilli e le nocciole possono essere sostituiti o integrati con altri frutti, non c'è bisogno che lo dica, vero?




frappè greco

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Entro nel minuscolo bar e ordino un caffè. “Subito” mi risponde la gentile signora dietro il banco che mi ha versato subito un cicchetto di acqua gassata ora che preparava il caffè. Nel mentre, il mio sguardo vagava sui muri dove sono appesi un sacco di cartellini colorati e ho visto questo!
“Come fate il frappè greco?” chiedo con fare indagatorio. “Guardi, è la mia socia che se ne occupa, è patita della Grecia e ci va ogni anno. So comunque che si fa con caffè solubile istantaneo, ghiaccio, acqua, zucchero, latte… Se vuole provarlo venga dalle 11.00 in poi che trova la mia socia” mi risponde la signora.
“Va bene. Io sono greca e me ne intendo!!!... Vengo un altro giorno e magari faccio qualche foto” rispondo.
E’ passato più di un mese e ci sono passata qualche giorno fa.  Sono entrata, ho ordinato il frappè e scambiato due chiacchiere con la socia che ama la Grecia. Eccola qui.


Il frappè è promosso e visto che tra un po’ arriva la primavera, già mi ci vedo con il bicchiere di frappè da passeggio in mano in giro per Milano!!!

Pausa caffè  - Via Meda 18, Milano


pollo con carciofi al limone

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La nonna di mia figlia adorava (da parte materna)  i colli dei polli. Quando avevamo il pollo per pranzo il collo toccava sempre a lei.  Noi lo snobbavamo e lei lo prendeva con aria apparentemente rassegnata: “Va bè, se nessuno lo vuole….” e cominciava a districarsi tra gli ossicini. Qualche rara volta, quando voleva concedersi un “mezès” coi fiocchi, prendeva che ne so, mezzo chilo di colli di pollo e se li cucinava al forno.  De gustibus!!!

L’altra nonna di mia figlia (da parte paterna) adorava le zampe del pollo. Quando trovava un pollo o una gallina con le zampe, le cucinava e le mangiava. Solo lei. Le due nonne sarebbero andate molto d’accordo vivessero vicino!

Non so se il trend nose to tail sia dovuto alla crisi, ma ben venga  qualsiasi trend  che ci insegni a cucinare e apprezzare i colli, le zampe, le code e le creste. Forse per la prima volta nella mia vita voglio essere modaiola e d'ora in poi me lo ricorderò quando vado a fare spesa.



Ingredienti:
-          1 pollo circa 1.200 gr.
-          8 carciofi
-          olio evo
-          2 cipollotti tritati
-          1 scalogno tritato
-          1 bicchiere di vino bianco
-          aneto e prezzemolo tritato
-          sale, pepe macinato fresco
-          il succo di un limone
-          1 cucchiaio di farina
-          brodo vegetale (in alternativa acqua)
Procedimento:
Tagliare in 4 parti il pollo, togliere la pelle, lavarlo e asciugarlo. Versare l’olio in una pentola  larga e bassa e a fuoco vivace rosolare bene i pezzi di pollo da tutte le parti. Toglierli dal fuoco, sistemarli in un piatto, abbassare il fuoco  e  nella stessa padella far appassire i cipollotti e lo scalogno. Rimettere il pollo nella padella  e sfumare con il vino.  Salare, macinare del pepe nero e versare il brodo fino a coprire a filo il pollo. Coprire e cuocere a fiamma bassa per 50 minuti.
Pulire i carciofi da tutte le foglie, tagliare a metà il cuore e togliere la peluria interna. Tagliarli di  nuovo a metà  e immergerli in acqua acidulata.
Trascorsi i 50 minuti di cottura del pollo, unire i carciofi scolati e cuocere ancora per 20 minuti. Sciogliere la farina nel succo di limone e versarlo  nel pollo con i carciofi. Scuotere la pentola per farlo andare ovunque , lasciare cuocere per 5 minuti  ancora e ritirare dal fuoco.

Servire con del riso pilaf.


sokolatopita

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Fino al 1852 i greci non conoscevano il cioccolato e non conoscevano nemmeno la sua materia prima, il cacao. I dolci  che si consumavano fino ad allora erano il baklavas, i loukoumia, i confetti… esattamente quelli che si trovavano alla pasticceria il “glykismatopiion”, aperta nel 1841  nel cuore della ancora giovane capitale, tra le vie Eolou e Vissis.  E proprio qui è stato prodotto con l’aiuto di un macinacaffè… il primo cioccolato in Grecia da Spyridon Pavlidis, proprietario della pasticceria.  Gli ateniesi furono estasiati e meravigliati nel contempo. Com’era possibile che un ex tipografo qual’era Pavlidis  fosse  riuscito a trovare e importare il cacao in Grecia?
Pavlidis ha conosciuto il cioccolato durante un suo viaggio in Europa, durante la sua tappa a Napoli e ha capito immediatamente le potenzialità di questo prodotto. Con molta lungimiranza ha creato un nuovo dolce per le gole ateniesi che era destinato a cambiare il volto della pasticceria greca.
Ha avuto quasi subito successo.  Nel 1860 ha importato da Parigi il primo macchinario per la produzione del cioccolato e poco dopo nasce il cioccolato  “yghias” (della salute) un cioccolato fondente dal successo travolgente e duraturo. 
Nel 1865 si aggiudica un primo premio internazionale, la medaglia d’oro a Parigi. Complessivamente il cioccolato viene premiato per ben 19 volte in varie gare nelle città europee più importanti.
Negli anni successivi  lo stabilimento si ingrandisce, si ammoderna  e si trasferisce nella sede di via Pireos, dove si trova tutt’ora.  Nel 1988 la dolce industria è stata acquistata dal gruppo elvetico Jacobs. Dal 1991 fa parte della Kraft.
Ingredienti:
-          200 gr. di cioccolato fondente
-          200 gr. di burro
-          220 gr. di zucchero
-          3 uova
-          1 cucchiaino di baking powder (lievito chimico)
-          120 gr. di farina 00
-          1 manciatina di frutti  di bosco secchi (mirtilli, lamponi, bacche di goji)
-          brandy per l’ammollo
Per la salsa:
-          100 gr. di cioccolato fondente
-          125 gr. di panna
Procedimento:
Mettere in ammollo nel brandy i frutti di bosco  per 1 ora.
Tagliare a pezzi piccoli il cioccolati e fonderlo a bagnomaria insieme al burro. Mescolare bene per amalgamare.  Sbattere le uova con lo zucchero finchè non diventano belle spumose. Setacciare la farina con il baking powder e unirla con movimenti leggeri alle uova. Aggiungere il cioccolato con il burro, scolare i frutti di bosco e unirli al composto mescolando con delicatezza.
Imburrare e infarinare una teglia di diametro 22 cm, versare il composto e cuocere  al forno a 180 gradi per 30 minuti.  

Togliere la torta dal forno e quando si sarà raffreddata capovolgerla su un piatto. Per la salsa, tagliare a pezzi il cioccolato e fonderlo a bagnomaria insieme alla panna. Versarla sulla torta distribuendo uniformemente e lasciare che raffreddi. 




prassorizo (riso con i porri)

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 “E’ stato beccato ai porri” (piastike sta prassa) è un’espressione che si usa per dire quando uno è stato  colto in flagranza di reato.  Cercando l’origine di questa curiosa frase, ho trovato la seguente spiegazione: “Viveva una volta ad Atene un famigerato ladrone. Costui un giorno andò a rubare a casa di un prete  e nel tentativo di fuggire si nascose nell’orto  seminato di porri. Ovviamente i porri non erano abbastanza alti per nasconderlo  e il prete lo beccò”.  
Quanto sia vera la storia lo ignoro, d’altra parte Sarantakos (il suo blog "le parole hanno la loro storia" lo seguo assiduamente)  lo mette in dubbio, pur non essendo riuscito (ancora come dice lui) a dimostrarlo. La frase comunque appare già nel 1860 in una raccolta di detti e proverbi.

Comunque sia,  l’umilissimo porro (prasso) ha dato un grande contributo alla lingua greca dato che il colore verde (prassino) prende proprio il nome dall’ortaggio e con il termine “prassinades” indichiamo tutti gli ortaggi verdi, esattamente come con il verde e le verdure.
Dallo  stesso Sarantakos   apprendiamo   che i greci e i romani usavano molto i porri e credevano che facessero  bene alla voce  e sarà sicuramente per questo che Nerone aveva stabilito di mangiare esclusivamente dei porri  in determinati giorni. La loro presenza era costante anche in epoche a venire come a quella bizantina, dove   Liutprando di Cremona,  nel suo  rapporto al veleno della  sua missione  a Kostantinopoli, sottolinea che l’imperatore dei greci (Nikiforos Fokas) per la  sua tirchieria si nutre di aglio, cipolle e porri e beve l’acqua del bagno.

I porri rientrano in quella categoria di alimenti che da piccola odiavo ferocemente,  ma a loro difesa devo confessare che probabilmente non li sapevamo cucinare, li preparavamo in modo spartano che non aiutava a smussare  e ad amalgamare il loro sapore.  Quasi allo stesso modo spartano li ho preparati anche questa volta a causa della mia dieta detox ma ora sono più saggia!!!



Ingredienti:
-          1 tazza da thè di riso integrale
-          1 porro
-          1 gambo di sedano
-          1 carota
-          1 scalogno
-          aneto e prezzemolo tritato
-          4 tazze da thè di brodo vegetale
-          1 cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro
-          sale
-          olio evo
-          spicchi di limone
Procedimento:
Lavare bene il riso, scolarlo e tostarlo a secco in una padella antiaderente finchè non cominci a scoppiettare.  Lavare gli ortaggi e asciugarli. Tagliare a rondelle il porro e la carota, a pezzi il sedano e tritare lo scalogno, l’aneto e il prezzemolo. In una pentola versare qualche cucchiaio di olio evo  e far stufare lo scalogno. Aggiungere le verdure e i profumi, far insaporire e unire il riso. Diluire il concentrato di pomodoro nel brodo bollente e versarlo nella pentola.  Salare e coprire. Lasciare cuocere finchè l’acqua non venga assorbita ma se piace un poco brodoso va bene ugualmente. Spegnere il fuoco, lasciare riposare per qualche minuto e servire con degli spicchi di limone.




food flags

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Perchè il cibo si presta a mille giochi e creazioni! La bandiera greca creata  con i simboli della Grecia gastronomica , la feta e le olive. Quella italiana con la pasta al pomodoro!


Qui il seguito.....


portokali glyko koutaliou / scorze di arancia sciroppate

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I precetti  della chiesa greco ortodossa in materia di alimentazione è materia lunga e complessa. Credo che anche il greco più religioso che vuole rispettarli  ha comunque  bisogno di un calendario da consultare.  Nei 365 giorni dell’anno più della metà sono regolamentati da digiuni più o meno drastici. Questo è sicuramente uno dei motivi del larghissimo consumo di vegetali e legumi (oltre a quello della povertà , si intende) nella cucina tradizionale tradizionalissima  greca.
Io non mi so muovere in questi digiuni, ma ogni tanto stabilisco dei periodi  in cui li osservo con rigore religioso ! e perlopiù accade quando decido che è arrivato il momento di prendere il controllo della mia alimentazione e decidere io cosa mangiare senza  essere in balia dei miei impulsi, quando voglio disintossicarmi di fisico e di testa, quando  decido che devo perdere qualche chilo.
Consultando quindi un calendario ortodosso per il mese di febbraio  di quest’anno  ho appreso che:  il 5, il 7, il 19 e il 21 si escludono carne, pesce, latticini, olio e vino.  Il 24, 25, 26, 27 e 28 si esclude la carne ma ammessi i latticini e i pesci.
Per dare un’idea….
Com’è ovvio,  la gente con furbizia e inventiva  ha escogitato mille modi per appagare comunque il palato senza dover poi scontare il peccato  della gola.


Ingredienti:
-          4 arance dalla buccia spessa (non trattate)
-          1 bastoncino  di cannella
-          750 gr. di zucchero semolato
-          ½  lt di acqua
-           2 cucchiai di succo di limone
Procedimento:
Lavare le arance e grattugiarle dai fori piccoli della grattugia per togliere lo strato più esterno della scorza. Lavarle e asciugarle. Tagliare una calotta in alto e una in basso,  con un coltello affilato incidere la scorza da un’estremità all’altra  a spicchi e staccarli con le mani. E’ un’operazione molto semplice con un minimo di attenzione non si rompono.
Prendere una bacinella, riempirla di acqua fredda e immergere le scorze. Posizionare a filo d’acqua un piatto per farle immergere completamente. Lasciare in ammollo  per 48 ore cambiando l’acqua 5 -6 volte al giorno. Dopo le 48 ore scolare e arrotolare senza stringere ogni pezzo  di scorza  partendo da una estremità e arrivando all’altra. Fissare trafiggendo con uno stuzzicadente. Bollire le scorze per 5 minuti. Buttare l’acqua della bollitura e ripetere per altre due volte. In totale bollire per 3 volte x 5 minuti ogni volta.
Versare in una pentola capace di contenere le scorze con i loro stuzzicadenti l’acqua con lo zucchero. Aggiungere il bastoncino di cannella e far bollire per  6 – 7 minuti.  Aggiungere le scorze e far bollire finchè lo sciroppo non abbia raggiunto la giusta consistenza. Il metodo per capirlo: versare su un piattino un poco di sciroppo e far raffreddare velocemente (magari mettendo per qualche attimo in frigo). Solcare con un coltello: se il solco resta aperto è pronto. Se si chiude velocemente lasciare bollire ancora per un po’.  Qualche minuto prima di ritirare dal fuoco versare il succo del limone.

Togliere velocemente gli stuzzicadenti (facendo attenzione a non scottarsi!!!), mettere le scorze in vasetti sterilizzati e  riempire con lo sciroppo. Chiudere e lasciare raffreddare.  Conservare in luogo fresco. Si mantengono a lungo anche se a casa mia non accade mai. Io le servo all’antica,  insieme a un caffè greco. 



le buone notizie

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Di motivi per andare in Grecia in qualsiasi stagione ce ne sono tanti anche se molti restano sconosciuti considerato il  trittico  imperante sole/mare/isole  condito con un poco di storia  che il paese stesso ha costruito negli ultimi 50 anni, cioè da quando ha cominciato a diventare meta turistica di massa. D’altronde era quasi inevitabile, il mare è li, tanto, limpido, turchese o smeraldo, spiagge infinite, sole infinito, tutto gratis tutto offerto senza nessun tipo di sforzo.

Che qualcosa sta cominciando a cambiare ne abbiamo avuto sentore da qualche anno, non tanto dai vacanzieri che continuano ad affollare le isole a luglio e agosto, ma da riviste e giornali specialistici che hanno cominciato a proporre la destinazione “Grecia” anche per altri motivi.

L’ultimo che è arrivato, lusinghiero non poco è dalla rivista "Wine Enthusiast"  che per la prima volta ha incluso la Grecia  e nello specifico le isole dell’ Egeo nella classifica delle destinazioni enologiche, scagliandola direttamente al primo  posto per il 2014.
“… Pochi considerano le isole dell’ Egeo come destinazione enologica. Ma guardando attentamente, Santorini sostanzialmente è un immenso vitigno, a Samos ci sono vitigni sul monte Ambelos, a Creta dimora una grande varietà di uve bianche e rosse. …."

“…. Chi ha visitato Santorini sa che l'assyrtiko è la più importante varietà dell’isola. Vino pulito e piacevolmente asprigno è l’ideale per accompagnare il polpo arrostito e le frittelle di pomodoro, abbinamento semplicemente perfetto in ogni boccone. Altre varietà sono l’aidani, il voidomatis e il mavrotragano che si abbinano alla perfezione con la cucina locale. Samos è conosciuta per il vino dolce di uva moschato e Creta offre tante varietà, come il vilana e il bidiano. Il mandilari è considerato uno dei migliori vini cretesi,  si abbina perfettamente all’ agnello”.

Credits: house of wine
              wine enthusiast


cosa è?

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Gli addetti ai lavori già lo sanno!
Se anche voi lo sapete o anche no, lasciate un commento qui sotto, fino al 20 di febbraio. A uno di voi, (solo in Italia o in Grecia)  che estrarrò il 23  con metodo antico (bigliettini nella ciotola) regalerò il  bel libro di Jean Michel Carasso "la cucina greca".



In occasione del terzo anno di questo blog che mi dà soddisfazioni, frustrazioni, stanchezza e gioia!
Poi svelerò l'arcano!!!



frittata di trahanas

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“Aplose ton trahana” (ha steso il trahanas) è un’espressione che si usa tutt’ora per indicare qualcuno che ritarda,  che prende le cose con comodo. La  sua stesura sotto il sole estivo cocente che serve per disidratare questa sorta di pastina quasi primordiale fatta con il grano appena macinato e latte  o yogurt è un lavoro lento che richiede pazienza.  La fretta non si addice a questo alimento che probabilmente è stata la prima zuppa istantanea nella storia dell’alimentazione.   Perché a zuppa quasi esclusivamente si consumava fino agli anni 70 – 80 per poi cadere nel dimenticatoio. Nessuno voleva più questo alimento povero ora che ci si poteva permettere ben altro,  a parte qualche impenitente donna  di paese che imperterrita  continuava a prepararlo.


foto da qui
Ora è stato riscoperto e sono in  tanti a prepararlo, pure alcuni ristoranti  che l’hanno incluso alla carta, oh  yes!  in versione  gourmand questa volta,  ci mancherebbe!!!


Ingredienti:
-          1 tazza da thè di trahanas
-          3 uova
-          100 gr. di feta
-          1 zucchina grattugiata dai fori grossi della grattugia
-        un pugnetto di spinaci lessati e tritati
-          2 cipollotti tritati (foglie verdi incluse)
-           menta tritata
-          1 peperoncino tritato
-          sale
-          olio evo
Procedimento:
Lessare il trahanas in  2 tazze da thè di acqua non salata e lasciare raffreddare.  Versare l’olio evo in una padella che poi può andare nel forno e far appassire il cipollotto. Sbattere le uova e aggiungere il trahanas, la zucchina, gli spinaci,  il peperoncino e  la menta salare leggermente. Mescolare e versare il composto nella padella. Cuocere per 5 minuti. Ritirare dal fuoco e inserire qua e là la feta tagliata a quadretti affondandola leggermente nella frittata. Passare al forno caldo e cuocere a 180 gradi per 20-25 minuti.



top 5

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  1. Musée d’ Orsay  Restaurant & Cafe Campana – Musée d’ Orsay - Paris
  2. The Modern at MoMa – New York
  3. Collections Café  at Chihuly Garden and Glass – Seattle
  4. Ray’s and Star Back at Los Angeles County Museum of  Art – Los Angeles
  5. Akropolis Museum Restaurant - Athens
Che il museo di Akropolis, deve  essere visitato è fuori questione.  Con parecchio orgoglio che non offusca però la  mia oggettività, affermo che vale il viaggio anche se fosse l’unica destinazione, anche se soltanto per un week end. A maggior ragione se si sosta ad Atene per qualche tempo prima della destinazione finale del viaggio – vacanza.
Il Toronto Star   aggiunge un motivo ulteriore  ed è proprio per questo che riporto la notizia. La classifica riguarda i 5 migliori ristoranti di musei e il ristorante del museo di Akropolis si piazza nella  migliore pentade mondiale!

“…Molti turisti visitano la Grecia per le sue antichità, ma possono ammirarne una durante un pranzo. Il Museo di Akropolis, che dista soltanto 300 metri dall’Akropolis  stessa,  sulla via pedonale Dionisyou Aeropagitou, la via principale da percorrere per  esplorare i siti antichi di Atene. Il museo offre una vista panoramica sull’Akropolis e un menù di piatti caldi, basati  sui sapori della tradizione greca…..”

Credits: zougla (foto)


tortellini di feta

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Per molti anni la cucina italiana è stata il top nella ristorazione greca. Ristoranti, trattorie, taverne dai nomi più disparati  e dalla cucina che andava dal discutibile al buono aprivano in ogni dove e la gente considerava il massimo andarci. Poi sono arrivate nuove mode, nuove tendenze, cucine più esotiche e tutti quanti hanno cominciato a dividersi tra vecchi amori e nuove passioni.  Il buono è che c’è stata una scrematura doverosa e necessaria e infatti tanti sono spariti. Ma la cucina italiana resta sempre nel cuore di tutti e sono in molti  ormai negli ultimi 20 anni ad averla conosciuta decisamente meglio ed essersi affrancati dall’equazione imperante degli anni ’80-90 cucina italiana=pasta/pizza/tiramisù/espresso.
Prima, per quasi tutti la cucina italiana questo era. Ma esisteva  anche un numero di persone sicuramente esiguo  e altrettanto sicuramente molto curioso che desiderava andare oltre e conoscerla più a fondo.  Ecco, per queste persone Marcella Hazan (morta qualche mese fa a 89 anni) è stata fondamentale.
Confesso che non conoscevo minimamente questa signora di Cesenatico che andò negli Stati Uniti  nel 1955 e si è messa in testa a insegnare agli americani la cucina italiana. Un po’ come Julia Child con la cucina francese.  A quanto leggo ci è riuscita e anche oltre  l’America  se ho letto per la prima volta il suo nome in un giornale greco!


Ingredienti:
Per la pasta:
-          200 gr. di farina
-          2 uova
Per il re ipieno:
-          100 gr. di feta
-          50 gr. di ricotta
-          1 tuorlo
-          1 cucchiaio di olio evo
-          prezzemolo tritato
-          un pizzico di origano
-          un pizzico di timo
-          aneto tritato
Per la salsa:
-          1 cipolla bianca tritata
-          1 scatola di pelati
-          1 pizzico di zucchero
-          poco sale
-          pepe nero macinato fresco
-          4 – 5 cucchiai di olio evo
Per finire:
-          50 gr. di feta sbriciolata


Procedimento:
Per prima cosa preparare la pasta. Solito modo. Farina a fontana, rompere le uova nel mezzo e cominciare a incorporare con una forchetta.  Lavorare bene finchè la pasta non diventi  omogenea, liscia e morbida. Fare un palla, avvolgere nella pellicola  e lasciare riposare per almeno un’ora.
Per il ripieno, sbriciolare con le mani la feta, sbattere leggermente in tuorlo e unire tutti gli ingredienti in una ciotola. Lavorare con le mani per amalgamare tutto bene. Mettere in frigo fino all’ora dell’utilizzo.
Stendere la pasta  a uno spessore di  0.6 – 07 mm e tagliare a quadretti di circa 4 cm. per lato. Togliere il ripieno dal frigorifero e prendere un pizzico alla volta, formare una pallina e posizionarla al centro di ogni quadretto. Prendere il quadretto, piegarlo a triangolo  sigillando bene.  Nel caso la pasta si sia seccata bagnare leggermente i bordi con un poco di acqua. Prendere i due lati del triangolo e unire le due estremità. Man mano che si preparano adagiarli su un canovaccio infarinato.
Lessare i tortellini in acqua salata.
Per la salsa, far appassire la cipolla nell’olio evo, schiacciare i pelati con una forchetta e unirli alla cipolla. Salare, macinare del pepe nero, aggiungere un pizzico di zucchero e cuocere per circa 10 minuti.

Scolare i tortellini e servire con la salsa di pomodoro e la feta sbriciolata.




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