Le poche cose che conosco della cucina cretese le ho imparate da questo blog, che è diventato il mio punto di riferimento per questa cucina, universalmente riconosciuta come eccellenza di cucina salutare, equilibrata e bilanciata, e dal quale ho scovato questa ricetta che propongo con qualche piccola variazione rispetto al condimento.
Un piatto che arriva direttamente dalla Grecia antica e che ci ricorda la “panspermia”; parola che significa "tutti i semi" e che veniva offerta agli dei, Apollo, Ermes Psicopompos (che porta le anime nell'oltretomba), ma anche ai morti. Si prepara con vari legumi e del grano.
Nella tradizione delle comunità rurali esprimeva l’incertezza e la conseguente preoccupazione per la produzione agricola e assumeva la valenza di rito propiziatorio. A Creta sopravvive da migliaia di anni fino ai nostri giorni.
Tradizionalmente si prepara il 5 di gennaio, alla vigilia festa dell’Epifania. Non soltanto la famiglia intera mangiava questo piatto; veniva dato anche agli animali con i quali gli agricoltori cretesi aravano il terreno; tutt’oggi in alcune località si usa spargerne sul terrazzo di casa per gli uccelli. Quel giorno, umani e animali mangiano il cibo dello stesso pentolone.
E' o meglio era un piatto molto usato durante i periodi di digiuno religioso, soprattutto nei giorni di astensione pure dall'olio, visto che spesso si prepara senza olio, condendolo soltanto con del sale e limone, ma ormai a parte qualche persona anziana come mia mamma chi bada ai digiuni religiosi. Si consuma quindi come un piatto salutare, proteico e vegan.
Tradizionalmente si prepara il 5 di gennaio, alla vigilia festa dell’Epifania. Non soltanto la famiglia intera mangiava questo piatto; veniva dato anche agli animali con i quali gli agricoltori cretesi aravano il terreno; tutt’oggi in alcune località si usa spargerne sul terrazzo di casa per gli uccelli. Quel giorno, umani e animali mangiano il cibo dello stesso pentolone.
E' o meglio era un piatto molto usato durante i periodi di digiuno religioso, soprattutto nei giorni di astensione pure dall'olio, visto che spesso si prepara senza olio, condendolo soltanto con del sale e limone, ma ormai a parte qualche persona anziana come mia mamma chi bada ai digiuni religiosi. Si consuma quindi come un piatto salutare, proteico e vegan.
Prendiamo una manciata di legumi che abbiamo normalmente nella dispensa (fave, fagioli dell’occhio, ceci, lenticchie, piselli secchi) e dei chicchi di grano. Mettiamo a mollo in acqua fredda dalla notte precedente i ceci e le fave (separatamente). La mattina successiva scoliamo e mettiamo in una pentola e in acqua fredda a lessare prima i ceci per circa mezz’ora. Successivamente uniamo il resto dei legumi e ci regoliamo rispetto al grano, seguendo le indicazioni di cottura riportate sulla confezione.
Quando saranno ammorbiditi, ritiriamo dal fuoco, lasciamo un poco intiepidire e condiamo con una vinaigrette di pomodoro come segue: incidiamo una croce su 2 pomodori polposi e li scottiamo per 2 minuti in acqua bollente; togliamo la buccia e frulliamo la polpa. Facciamo sciogliere un poco di sale in un cucchiaio di aceto balsamico, aggiungiamo 3 cucchiai di olio evo e il pomodoro frullato. Mescoliamo bene e versiamo sui legumi. Spargiamo sopra sia la parte bianca che verde di cipollotti tagliati fini, se vogliamo del prezzemolo o dell’aneto tritato.
Nota: a nostro gusto, lo rendiamo più o meno brodoso.